Cultura

Ai nuovi samaritani

Nata 35 anni fa per volere di Paolo VI, la Caritas è un'istituzione presente in 8mila parrocchie italiane e in 200 paesi nel mondo. Il "volto accogliente" della Chiesa numero per numero

di Sara De Carli

Si conclude questa settimana la riflessione lanciata da Vita sulla prima Enciclica di Benedetto XVI. Una riflessione che ci è sembrata importantissima, perché questo testo rilancia i fondamenti, religiosi e razionali, di un impegno sociale. è un?Enciclica scritta non per perimetrare il ruolo e lo spazio della Chiesa, ma per proiettarla in ogni ambito del mondo. Dopo gli interventi di Marco Revelli e Aldo Bonomi che hanno dato il ?la? all?approfondimento, Vita ha dato spazio a Stefano Zamagni e a due politici cattolici come Luigi Bobba e Maurizio Lupi. Questa settimana è la volta della Caritas, intesa come istituzione, che Papa Ratzinger ha indicato a tutti come modello di presenza sociale. Il 79% degli italiani conosce la Caritas. Prima di lei c?è solo un?altra organizzazione senza scopo di lucro: l?Unicef, citata dall?80% degli intervistati. Questi i dati dell?indagine Doxa sulla solidarietà, presentata lo scorso giugno a Fiuggi, durante il convegno nazionale delle Caritas diocesane. In particolare, il 57% della popolazione italiana conosce Caritas italiana, il 32% conosce la propria Caritas diocesana e il 28% quella internazionale. Le fonti della conoscenza sono i media per il 55% degli intervistati e la rete territoriale di parrocchie e diocesi (29%). Il resto lo fanno il passaparola (24%), pubblicazioni (9%) e rapporti diretti (6%). Primo, i Centri d?ascolto Questo dato è il riflesso di una reale presenza capillare di Caritas sul territorio. In Italia ci sono 16 delegazioni regionali, 221 Caritas diocesane e qualcosa come 8mila Caritas parrocchiali. A livello diocesano si contano 84 Laboratori tematici, 61 Osservatori delle povertà e delle risorse, 180 Centri d?ascolto. Quest?ultimo è il servizio più diffuso: ne esistono anche 312 zonali e ben 1.593 parrocchiali. Ad essi in tre mesi (aprile-giugno 2004) si sono rivolte 10.433 persone, soprattutto immigrati (65%), sempre più giovani e sempre più donne, per problemi di reddito, lavoro, alloggio. L?altra faccia della Caritas è quella degli operatori e dei volontari. Un numero non disponibile. C?è però quello degli animatori, coloro che affiancano i direttori delle Caritas diocesane nelle attività di formazione e accompagnamento dei gruppi parrocchiali: sono 919. Un servizio da 34 milioniGli altri numeri sono di tipo economico. Nel 2004 Caritas italiana ha speso 34 milioni e mezzo di euro per interventi in vari ambiti, dal sociale al sanitario, dall?emergenza alla formazione, dai diritti umani al sostegno alle chiese locali. 22,5milioni di euro sono stati spesi in Italia (soprattutto per immigrati, obiezione di coscienza e nuovo servizio civile): 132 progetti realizzati da 78 Caritas diocesane sono stati finanziati con i soldi dell?8 per mille. Nell?arco degli ultimi tre anni i soldi che Caritas ha ricevuto dalla Cei attraverso l?8 per mille e impiegato in 500 opere-segno in risposta a nove aree di bisogno (malati mentali, disabili, immigrati, vittime della tratta, rifugiati, tossicodipendenti, malati di aids, anziani e minori) ammontano a 45milioni di euro. Nel 2004, 12 milioni di euro sono stati spesi per interventi all?estero, interessando 88 paesi. Di questi, quasi 2 milioni hanno finanziato microprogetti. Rimanendo ai numeri dell?estero, Caritas Internationalis raccoglie in federazione 162 organizzazioni ed è presente in 200 paesi; 48, invece, le organizzazioni riunite in Caritas Europa.


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