Ai bambini con disabilità intellettive servono “Ingegneri educativi”
Presentati oggi i manuali curati dagli psicologi Paolo e Lucio Moderato. Due strumenti operativi innovativi, con esempi pratici da utilizzare per sviluppare e potenziare le abilità cognitive e trasversali di studenti con deficit di apprendimento
La disabilità in età evolutiva si manifesta in forme molteplici e per affrontarla occorrono sempre nuovi approcci e nuovi strumenti. Ed è partendo da questa consapevolezza che i fratell psicologi Lucio e Paolo Moderato hanno ideato i due manuali scolastici "Potenziare le abilità cognitive" e "Potenziare le abilità trasversali" (edizioni Giunti Edu), presentato questa mattina alla Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone. Un nuovo strumento pratico di buone prassi per aiutare chi si occupa di riabilitazione, sostegno e recupero di bambini e ragazzi con disabilità intellettiva, dentro e fuori la scuola.
«Non sono più i tempi pionieristici di Binet e Simon (1905), quando è emerso per la prima volta il problema di definire e misurare l'intelligenza o il suo sviluppo rallentato e carente», ha sottolineato il professor Lucio Moderato, psicologo e direttore dei Servizi per l'autismo di Fondazione Sacra Famiglia. «Oggi lavorare con gli insegnanti di sostegno che si occupano di disabilità intellettiva e autismo significa capire quello di cui loro hanno bisogno per lavorare meglio. Hanno bisogno di capire per saper fare, non di teorie, ma di operatività che conduca a risultati significativi a favore dei loro alunni. Per questo dico che per affrontare le complesse sfide di chi opera nel campo dei disturbi intellettivi occorrono dei veri e propri "ingegneri educativi"».
Anche secondo Paolo Moderato, ordinario di Psicologia generale all'Università IULM di Milano: «La scuola italiana ha al suo interno un grande patrimonio di valori inclusivi. Questi strumenti educativi, che abbiamo sviluppato sulla base di un lavoro sperimentale e clinico che ci vede impegnati insieme dagli anni '80, sono un aiuto per esprimerli al meglio e per realizzare una virtuosa proficua collaborazione tra insegnanti e operatori del Servizio sanitario nazionale, che di fronte a una domanda di aiuto che aumenta in modo vertiginoso rischia di collassare».
Il primo volume del manuale ("POTENZIARE le abilità cognitive") definisce un quadro metodologico di riferimento e strumenti operativi, pronti all’uso, che mettono in relazione difficoltà e strategie di intervento e che consentono di strutturare percorsi di potenziamento delle abilità più problematiche. Il manuale offre in più 100 schede articolate in cinque aree: abilità cognitive di base, abilità logico-matematiche, abilità logico deduttive, abilità di lettura e abilità di scrittura.
Il secondo volume invece ("POTENZIARE le abilità trasversali"), si concentra su quattro aree di interesse: socializzazione, comunicazione, abilità motorie, autoaccudimento e abilità di sopravvivenza con 58 schede dedicate, e per ogni attività un’indicazione di obiettivi, istruzioni metodologiche da seguire e materiali da utilizzare, con l’obiettivo di definire un programma di sviluppo delle aree più carenti.
Oltre alle schede di potenziamento, ogni volume comprende anche un questionario per valutare tutte le dimensioni delle abilità cognitive e curricolari e per impostare le attività di intervento, e un set di materiali da utilizzare durante le attività.
Il manuale dei fratelli Moderato raccoglie il testimone di Binet e Simon ma amplia il campionario delle "normali" conoscenze proprie di tutti i bambini e lo trasforma in un "curriculum" ampio e dettagliato per interventi specifici e mirati al recupero di quei ritardi o all'annullamento di quelle limitazioni tramite un'attività di potenziamento cognitivo.
La proposta di attuare interventi individualizzati, precoci, intensivi e integrati nei casi di disabilità intellettuale non si ferma qui. Il prossimo mese di febbraio sarà organizzato anche un convegno per lanciare un grande progetto di cooperazione tra famiglie, scuola e operatori sanitari dedicata agli adolescenti. Perché il problema dell'autismo non si conclude con l'età evolutiva ma segna tutto l'arco di vita delle persone.
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