Non profit
Ahmadinejad nega la sentenza
«Posizione assurda», commenta il legale della donna
di Redazione

«Mi meraviglio delle dichiarazioni del presidente Mahmoud Ahmadinejad sul caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani, perché surreali e in piena contraddizione con la sentenza emessa dall’autorità giudiziaria iraniana che ha condannato la mia assistita a morte per lapidazione». Con queste parole Javid Hutan Kian, il legale di Sakineh Mohammadi Ashtiani, ha smentito all’agenzia AKI-Adnkronos International le dichiarazioni rilasciate dal presidente Ahmadinejad, alla rete televisiva americana ABC, secondo il quale «è falsa la notizia della condanna per lapidazione» di Sakineh.
L’avvocato poi aggiunge: «le dichiarazioni del presidente Ahmadinejad, sul caso di Sakineh, dimostrano soprattutto la spaccatura interna della repubblica islamica». «Come è possibile – si chiede l’avvocato – che il vertice del potere esecutivo contraddica così palesemente la sentenza dell’autorità giudiziaria?».
Hutan Kian infine spiega che la sentenza, prima della temporanea sospensione annunciata pochi giorni fa, era pronta, sul piano procedurale, ad essere eseguita. Questo in replica sempre al presidente Ahmadinejad che aveva detto, all’ emittente televisiva americana ABC, «anche se la donna fosse colpevole, avrebbe comunque diritto a quattro diversi gradi di appello».
L’avvocato denuncia intimidiazioni da parte del governo. «Gli agenti dell’intelligence iraniana hanno aumentato le loro pressioni nei mie confronti».
Kian ha spiegato: «Ieri, diversi miei assistiti , sono stati convocati dal ministero dell’Intelligence a Tabriz e sono stati sottoposti a interrogatori nel corso dei quali gli sono state chieste alcune informazioni sul mio conto”. Inoltre ieri sera ho scoperto una micro camera installata di fronte alla porta del mio ufficio». L’avvocato intimorito ha detto: «Mi sento ormai troppo sotto pressione e sotto controllo, ma voglio continuare a svolgere la mia professione e difendere i miei assisiti, in particolar modo Sakineh».
Tre giorni fa i figli di Sakineh Mohammadi, in una lettera aperta la mondo, avevano espresso la loro preoccupazione, oltre che per la madre reclusa, anche per l’avvocato, chiedendo il sostegno della comunità internazionale.
A commentare le parole di Ahmadinejad interviene anche Roberta Angelilli, vicepresidente del Parlamento europeo: «La poca chiarezza e la poca trasparenza sono sconcertanti. Come è sconcertante il fatto che la difesa non riesca ad avere un accesso trasparente a quello che e’ l’iter processuale, se così si può chiamare». «Se la notizia della lapidazione è falsa -aggiunge Angelilli- allora perche’ non liberarla…non ci sono i presupposti per la carcerazione. Noi intanto continuiamo la nostra battaglia per tutte le Sakineh».
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