Cultura
Agriturismo: Confagricoltura, 739 milioni di euro per il 2002
Le previsioni di Agriturist: 111mila posti letto. «Ma non parliamo di boom».
Il 2001 si è chiuso, secondo i dati raccolti da Agriturist (Confagricoltura) presso le Regioni, con il raggiungimento di quota 10.662 aziende agrituristiche regolarmente autorizzate dai Comuni. Negli elenchi regionali, che in alcuni casi (14 regioni su 20) sommano le aziende già attive con quelle potenzialmente pronte a partire, gli iscritti sono 17.395.
«Un dato in linea con le previsioni che avevamo fatto lo scorso anno»,
dichiara il presidente di Agriturist, Riccardo Ricci Curbastro, «che ci conforta, ma conferma un ritmo di sviluppo ancora lontano dalle effettive possibilità della nostra agricoltura».
Non è dunque il caso di parlare di “boom”, come a volte si sente enfatizzare, anche se indubbiamente l’agriturismo coinvolge sempre più ampie categorie di appassionati, soprattutto perché sta differenziando i livelli organizzativi e qualitativi, venendo maggiormente incontro alle esigenze di una domanda medio-alta.
In realtà vi è ancora una quota rilevante (stimata da Agriturist intorno al 15%) di aziende che risultano autorizzate ma lavorano saltuarimente, e che comunque stentano a consolidare livelli di presenza coerenti con gli investimenti compiuti per l’avvio dell’attività. E’ un problema di promozione del territorio (nelle zone turisticamente poco affermate l’agriturismo costituisce un “pioniere” dello sviluppo turistico) e di cultura d’impresa (scelte organizzative soprattutto sul fronte della
pubblicità e della commercializzazione).
Accanto a queste realtà ancora in fase di consolidamento, ve ne sono altre con una forte concentrazione di offerta. Anche in questi casi si determina qualche difficoltà a mantenere le presenze a livello accettabile e sta determinandosi una selezione basata soprattutto sulla diversificazione e la qualificazione dei servizi: l’offerta del solo alloggio, se non siamo in contesti turistici particolarmente favorevoli, non è più sufficiente.
I posti letto, secondo Agriturist, hanno raggiunto nel 2001 quota 111.000, con una media di circa 13 per azienda. Le persone alloggiate sono poco più di due milioni, con una durata media di soggiorno di 5,4 giorni, tendente a diminuire per la crescente incidenza dei periodi di fine settimana. Il calcolo delle presenze (numero di pernottamenti) si attesta sugli 11 milioni. Il valore medio dei visitatori stranieri rispetto al totale è sintesi di situazioni fortemente differenziate: alcune aziende arrivano
addirittura al 90% di ospiti provenienti dall’estero (per effetto della collaborazione di agenzie e di una sapiente utilizzazione di Internet), altre non superano il 10%.
In lieve ridimensionamento le percentuali di aziende con agricampeggio (la
domanda è poco consistente, anche in funzione di una scarsa promozione di questo servizio) e con turismo equestre (in questo caso è in corso una selezione qualitativa per la quale si affermano i “centri” meglio organizzati e specializzati, mentre altri desistono).
Per il 2002 le previsioni sono di un incremento di aziende nell’ordine del 7,5%, con una leggera riduzione della permanenza media dell’ospite e delle presenze. Sostanzialmente invariato il tempo medio di utilizzazione annua degli alloggi, intorno ai 100 giorni. Il giro d’affari, stimato per il 2001 in 682 milioni di euro (1.320 miliardi di lire), dovrebbe arrivare a 739 milioni di euro (1.430 miliardi di lire), soprattutto per gli effetti sempre più incisivi dei servizi ricreativi e della connessa vendita diretta dei
prodotti aziendali.
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