Volontariato

Agricoltura:a Firenze è nata la rete Ogm Free

Ne fanno parte 19 regioni

di Carmen Morrone

Riunire e dare forza alle autonomie regionali attente ai rischi della contaminazione genetica in agricoltura; fare in modo che possano parlare ad una sola voce ed esprimere tutto il loro peso di fronte alle istituzioni comunitarie. E’ questo l’obiettivo di fondo della Rete delle Regioni europee ”Ogm-free” che dopo un lungo cammino di incontri e confronti, e’ nata a Firenze, su iniziativa del governo regionale della Toscana, con la firma di un documento comune, la Carta delle Regioni e delle Autorita’ locali d’Europa, che formalizza e consolida i rapporti di collaborazione gia’ avviati sul terreno della tutela dell’agricoltura tradizionale, della genuinita’ e della tipicita’ dei prodotti agroalimentari, del diritto ad un’effettiva scelta dell’agricoltore contro ogni malinteso principuio di coesistenza. L’invito del governo regionale della Toscana e’ stato gia’ accolto da diciannove regioni: Emilia Romagna, Marche, Lazio, Sardegna e Provincia autonoma dell’Alto Adige, il Salisburghese, l’Alta Austria, il Burgenland e la Stiria (Austria), l’Highlands & Islands (Scozia) e il Galles, lo Schleswig-Holstein (Germania), l’Ile de France, la Bretagna, l’Aquitania, il Limousin e il Poitou-Charentes (Francia), i Paesi Baschi, Drama-Xavala-Xanthi (Grecia). ”Siamo consapevoli che proprio su questo terreno, e in particolare sui delicati problemi della cosiddetta ‘coesistenza’ con l’agricoltura transgenica, si giochera’ una battaglia decisiva per il futuro delle economie rurali europee – spiega l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Tito Barbini – la nostra non e’ una battaglia di retroguardia, siamo perfettamente consapevoli delle grandi potenzialita’ di questa nuova frontiera scientifica. Pero’ ci e’ altrettanto chiaro l’altissimo livello di incertezza in relazione ai possibili rischi ambientali connessi ad una apertura incondizionata alle coltivazioni Ogm. E siamo convinti che questo e’ un rischio che non possiamo correre e che non dobbiamo far correre ai nostri agricoltori, soprattutto in una regione come la Toscana, che ha cosi’ fortemente scommesso su produzioni di qualita’, biologiche e tradizionali. Se l’Unione europea si pone il problema di salvaguardare la libera scelta degli imprenditori che scelgono di coltivare Ogm, noi, proprio in base a questo stesso principio di liberta’, intendiamo salvaguardare anche la liberta’ dei coltivatori tradizionali e biologici che vogliono continuare il loro lavoro. E oggi, sulla base delle conoscenze attuali, questo e’ possibile non sulla base di una improbabile coesistenza, ma solo con il riconoscimento della possibilita’ di dichiarare ‘Ogm free’ intere zone o territori regionali” La Carta di Firenze riassume in dieci punti gli impegni futuri degli aderenti. Tra gli altri, quelli che prevedono la promozione di piani specifici a sostegno della coltivazione convenzionale e biologica; l’adozione di piani contro il rischio di contaminazione genetica a tutela di aree agricole con produzioni di qualita’ certificata o comunque con particolari vincoli per la salvaguardia della biodiversita’, delle specificita’ produttive e del patrimonio ambientale; la proposta di un sistema di sanzioni in grado di attribuire i costi dei danni diretti ed indiretti ai soggetti che li hanno causati nonche’ di un appropriato sistema di tassazione che garantisca alle Regioni un fondo di garanzia e la copertura dei costi della coesistenza; il rispetto di rigorosi protocolli di sicurezza per la ricerca, da effettuare solo in aree a tale scopo autorizzate; il pieno sostegno al principio che le sementi da riproduzione devono essere Ogm free e cioe’ promuovere, come soglia di determinazione, non quella ammessa a livello comunitario dello 0,9 per cento, ma quella minima rilevabile; l’impegno a favorire la conclusione di accordi internazionali finalizzati a garantire approvvigionamenti di materie prime di alta qualita’ certificate Ogm free.


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