Economia

AGRICOLTURA. Cresce l’acquisto di prodotti sfusi in Italia

Arriva il primo distributore di riso sfuso self service direttamente in cascina

di Redazione

Arriva il primo distributore di riso sfuso self service direttamente in cascina che garantisce origine e genuinità e abbatte i rifiuti da imballaggio lasciando peraltro ai consumatori la massima libertà su quanto prodotto portare a casa. Lo rende noto la Coldiretti nell’annunciare il debutto a Locate Triulzi nel Milanese, presso la cascina Nesporedo, di cinque distributori per le diverse varietà Carnaroli, Vialone Nano, Arboreo e Integrale ma anche farro. Ogni contenitore – spiega la Coldiretti – contiene oltre 20 chili di prodotto, ma ognuno può fare rifornimento per la quantità che serve, usando una semplice busta di plastica. L’utilizzo del distributore è molto semplice: ci si posiziona di fronte al contenitore con la qualità scelta, si mette il sacchetto sotto l’erogatore e si riempie quanto si vuole. Poi si pesa e il gioco è fatto. L’Italia – continua la Coldiretti – è il principale produttore europeo di riso con circa 220mila ettari coltivati anche se esiste un consistente flusso di importazioni dall’estero che mette a rischio la reale provenienza del prodotto acquistato nei normali canali di vendita per la mancanza dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta.

 

La novità promossa dalla Coldiretti fa seguito ad altre esperienze di successo nella vendita di prodotti sfusi nelle campagne come gli oltre mille dispenser di latte crudo diffusi in tutta la penisola e rappresenta un impegno per combattere la moltiplicazione de rifiuti e salvaguardare l’ambiente.
L’acquisto di prodotti sfusi mostra una tendenza positiva nel commercio al dettaglio dove si sta estendendo sia nella vendita di prodotti alimentari come pasta, latte, legumi, frutta secca, caramelle e cioccolato, ma anche tra i non alimentari come i detersivi.
Oltre la metà dello spazio della pattumiera nelle case è occupato da scatole, bottiglie, pacchi con i quali sono confezionati i prodotti della spesa e che generano complessivamente 12 milioni di tonnellate di rifiuti, il 40 per cento della spazzatura che si produce ogni anno in Italia. L’agroalimentare, con oltre i 2/3 del totale, è il maggior responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio, che si moltiplicano anche per effetto delle strategie di marketing che puntano molto sulle confezioni per favorire le vendite, e a causa della tendenza alla riduzione dei formati a favore dei single e delle famiglie sempre meno numerose.
Gli imballaggi gettati nella spazzatura – conclude la Coldiretti – sono aumentati dal 2000 ad oggi di oltre un milione di tonnellate (+9 per cento), anche se è cresciuta oltre il 66 per cento la percentuale di riciclaggio.


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