Politica
Agricoltura, 300 imprese sociali
Toscana regione pilota per inserimento delle persone svantaggiate
di Redazione
L’agricoltura come occasione terapeutica e di inserimento sociale per portatori di handicap, fisici o psichici, ex tossicodipendenti, ex detenuti ma anche giovani immigrati e fasce deboli della popolazione. Sono oltre mille le persone ”svantaggiate” o a ”bassa contrattualita’ sociale” accolte, negli ultimi dieci-quindici anni, in un centinaio di aziende agricole toscane e 200 imprese distribuite nelle campagne del Lazio, Veneto, Sardegna e Sicilia.
A fare il punto delle esperienze di ‘agricoltura sociale’ e’ la Regione Toscana che, dagli anni ’70, ”ha fatto scuola sul tema”, la Toscana in un convegno tenutosi oggi a a Montespertoli, in provincia di Firenze, organizzato da Arsia dove ha partecipato anche la comunita’ di Capodarco. La Toscana e’ l’unica regione che ha censito questa realta’ e i suoi percorsi innovativi della multifunzionalita’ e dello sviluppo rurale, attraverso il monitoraggio avviato dal 2003 dall’Agenzia della Regione Toscana per lo sviluppo e l’innovazione nel settore agricolo e forestale. ”Il lavoro ha permesso di contattare e censire oltre cinquanta realta’, tra loro diverse ma nell’insieme rappresentative del vivere e del lavorare nella campagna toscana: cooperative agricole e forestali, famiglie di coltivatori diretti, comunita’, cooperative sociali. Ma sono almeno il doppio sono le realta’ toscane simili, molte di piccole dimensioni, che coniugano, nella propria missione etica ed imprenditoriale, la specifica funzione produttiva con la funzione sociale”.
Nell’ultimo Piano di sviluppo rurale (Psr) 2001-2006 la Regione Toscana ha – unico caso in Italia – previsto una misura specifica con uno stanziamento pari a 10 milioni di euro che hanno finanziato 50 progetti territoriali. Il confronto delle esperienze, ha detto l’amministratore dell’Arsia Maria Grazia Mammuccini, ”conferma che la conoscenza dei processi del lavoro agricolo, l’ambiente, i tempi ed i ritmi della campagna, appaiono un’occasione facilitante l’integrazione e terapeutica per tante forme di disagio. C’e’ inoltre da sottolineare che mentre accogliere un portatore di handicap in una struttura sociale o centro di accoglienza costa alla collettivita’ circa 300-400 euro al giorno; la vita in campagna oltre ad avere un costo zero, ne esalta le capacita’ fino ad un reinserimento nella societa”’
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.