Cultura

Agostino, una breccia aperta sull’oggi

La lezione di Giacomo Tantarini, un caso culturale

di Giuseppe Frangi

Il cuore e la grazia in Sant?Agostino di Giacomo Tantardini Città Nuova, pp. 364, euro 25 Che cosa dice un santo come Agostino ad un giovane di oggi? Per rispondere a questa domanda negli anni passati l?università di Padova ha sperimentato un corso che Nello Cipriani, il massimo studioso di Agostino, definisce un vero e proprio «caso di grande interesse culturale». Davanti a centinaia di ragazzi, nell?arco di tre anni, con l?appoggio convinto dei rettori Giovanni Marchesinie Vincenzo Milanesi (spesso presenti loro stessi alle lezioni), un sacerdote ha tentato questo cammino. Un cammino affascinante, come dimostra ora il volume che raccoglie i testi di quelle lezioni, pubblicato nell?autorevole collana di Studi agostiniani di Città Nuova. Sgombriamo subito il campo: questo non è un libro di teologia, è un libro che attraverso le parole e l?esperienza di Agostino cerca di rispondere ad una domanda chiave: qual è la ragione per cui oggi un giovane diventa cristiano? Giacomo Tantardini, questo il nome del sacerdote (è docente all?università San Pio V di Roma), in una delle lezioni rievoca un episodio emblematico per la sua schiettezza. Era accaduto a Caserta durante un incontro tenuto davanti a un gruppo di giovani. «Prima che iniziassi a parlare l?anziano vescovo disse alcune cose semplici e cristiane: che il Signore era venuto per noi, era morto per noi, che ci voleva bene. Ad un certo punto un ragazzino dice: ?E chi glielo ha fatto fare??». Obiezione semplice ma cruciale: perché se il cristianesimo non riguardasse il presente, se non fosse un ?essere amato nel presente? sarebbe «solo un passato che non ci riguarda» (la citazione è quanto mai autorevole: Joseph Ratzinger). Quello che conta, quindi, è l?attualità di Agostino, la sua capacità di interpellare l?oggi. Il suo è un pensiero profondo che però affiora sempre come esperienza vissuta. E la forma compiuta di questa esperienza sta nella frase che meglio descrive l?opera del santo di Ippona: «Plus me delectet». Il cristianesimo è ciò che più lo fa contento. Su questa traccia il libro di Tantardini riesce ad essere sempre persuasivo e sempre estremamente comprensibile. Il cristianesimo spogliato di ogni intenzionalità («Non anteporre nulla all?amore di Cristo», dice Agostino) si ripresenta, pagina dopo pagina, come una grazia in grado realmente di affascinare il cuore di un giovane del nostro tempo. Perché è un?esperienza che non inizia dall?inquietudine, ma da un piacere. Un piacere capace appunto di rendere contento il nostro cuore inquieto.


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