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Agnoletto: «Chi non vota ha molte ragioni»

Il presidente (dimissionario) della Lila candidato come indipendente in Rc

di Giampaolo Cerri

Vittorio Agnoletto sulle prossime elezioni ha le idee molto chiare: si è candidato come indipendente nelle liste di Rifondazione comunista, secondo nel proporzionale in Liguria e nelle Marche. E si è dimesso dalla presidenza della Lega italiana lotta all’Aids.
Vita: Fuori dai poli. Perché?
Agnoletto: Perché credo in queste elezioni sia assolutamente necessario cercare da un lato di dare voce alla sinistra sociale, e quindi al mondo delle associazioni. Due mondi che di fatto si sovrapponogono, come hanno dimostrato le vicende della guerra in Kosovo.
Vita: Dar voce anche al popolo di Seattle?
Agnoletto: Al movimento antiglobalizzazione nel suo complesso, che a mio avviso dovrebbe porre un’attenzione maggiore alla sue capacità propositive, di raccontare che un altro mondo è possibile, piuttosto che sulle sole iniziative di piazza.
Vita: Questo mondo ha quindi una sua omogeneità…
Agnoletto: Certo, l’insieme di queste realtà e una grande parte di chi non vota, costituisce un’area sociale e politica precisa, una sinistra alternativa che ha senza dubbio come avversario la destra e che però non si riconosce nel moderatismo e neppure nelle scelte della sinistra, le scelte di questi governi.
Vita: Qualche esempio?
Agnoletto: La guerra, l’immobilismo sulle dipendenze, i gravi ritardi, sul piano legislativo, alla salute nei luoghi di lavoro. E poi basta guardare la somiglianza dei programmi per capirlo. Sulla sicurezza, sembrano non esserci soluzioni alternative alla militarizzazione del territorio.
Vita: I temi di un’area vasta. Ci sono anche i cattolici?
Agnoletto: L’unità sta tutta nella prassi. Il lavoro che fa Alex Zanotelli, ad esempio, dove si situa? Io stesso per anni ed anni ho fatto il responsabile dei giovani della Nuova sinistra e il capo scout dell’Agesci.
Vita: La sensazione è che questi poli si vadano bene…
Agnoletto: Puntano alla legittimazione reciproca.

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