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Agenzia per lo sviluppo: una poltrona per cinque

La Commissione incaricata di selezionare le candidature ai fini della nomina del direttore della futura Agenzia per lo sviluppo ha sottoposto a Paolo Gentiloni una rosa di cinque nomi. Spetta a lui decidere chi dirigerà il nuovo strumento operativo della cooperazione internazionale targata Italia.

di Joshua Massarenti

Stefano Bologna, Laura Frigenti, Agostino Miozzo, Eduardo Missoni e Roberto Ridolfi. Sono questi i nomi sottoposti al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dalla Commissione incaricata di selezionare le candidature ai fini della nomina del direttore della futura Agenzia per la cooperazione allo sviluppo. Lo ha reso noto oggi sul suo sito il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).

"La valutazione è avvenuta nella massima trasparenza", ha dichiarato a Vita.it Nino Sergi, fondatore dell'Ong Intersos. "I colloqui con i candidati sono stati pubblici e soso state tempestivamente pubblicate tutte le informazioni relative alle candidature e alla loro ammissione al colloquio. Trasparenza e riservatezza: potrebbero essere questi gli attributi che hanno caratterizzato l’encomiabile lavoro della Commissione".

La lista include nomi forti e molto interessanti, in cui spicca l’assenza a sorpresa di un esperto come Emilio Ciarlo. Basterebbe citare Agostino Miozzo, Eduardo Missoni e Roberto Ridolfi. Il primo molti lo conoscono già. Originario di Camposampiero, “l’Italian Doctor” ha speso gran parte della sua carriera a gestire crisi per conto del MAE (oggi MAECI). Tra il 1991 e il 2001 è stato lui a coordinare le operazioni di soccorso di urgenza alla DG Cooperazione e Sviluppo, per poi diventare il braccio destro di Guido Bertolaso presso la Protezione civile italiana. La sua grande capacità di management aveva convinto l’ex Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza dell’UE, Catherine Ashton, a nominarlo nel 2010 Managing Director for Crisis Response, ovvero direttore per la risposta alle crisi del Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS). I cinque anni trascorsi a Bruxelles presso un’istituzione prestigiosa partita al suo arrivo da zero potrebbe fare la differenza per un profilo come quello del direttore della futura agenzia.

Con caratteristiche totalmente diverse, Roberto Ridolfi presenta anche lui un curriculum di primissimo ordine. Direttore della Direzione C (“Crescita sostenibile e sviluppo”) della DG Sviluppo presso la Commissione europea, il suo profilo non solo risponde perfettamente ai criteri del bando, ma è tra quelli più adeguati ad un mondo della cooperazione internazionale in piena trasformazione e che lui stesso definisce “Cooperazione 2.0”. La fase attuale si contraddistingue dal coinvolgimento ormai strutturale del settore privato come attore riconosciuto della cooperazione allo sviluppo. Lo è da anni a livello internazionale, lo diventa oggi in Italia con la legge 125. Coordinatore dei programmi lanciati dalla Commissione europea sul blending, Ridolfi vanta anche una forte esperienza nelle delegazioni UE disseminate nei paesi in via di sviluppo.

La candidata probabilmente meno nota al mondo della cooperazione italiana è Laura Frigenti, ma al pari degli altri candidati vanta un curriculum di primo ordine. Vice Presidente con delega allo sviluppo globale presso InterAction, la piattaforma nazionale delle ONG basate negli Stati Uniti, Frigenti è stata protagonista di una lunga carriera alla Banca Mondiale dove, nell’arco di due deceni, ha ricoperto diverse posizioni, tra cui quella di Country Director e di Direttore della Strategia e delle operazioni per l’Africa, i Caraibi e l’America Latina. Prima di raggiungere la Banca Mondiale, Laura Frigenti ha lavorato a Roma presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS). Attualmente contribuisce per InterAction al rafforzamento dei rapporti tra ONG e settore privato, all’adozione di buone pratiche in materia di trasparenza e di accountability, nonché allo sviluppo di partnership strategiche nell’ambito dell’agenda post-2015 e del G8/G20.

Anche Stefano Bologna ha dedicato gran parte della sua carriera professionale nelle istituzioni internazionali. Nel suo caso è l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo sviluppo industriale (UNIDO), un'agenzia specializzata delle Nazioni Unite per l'incremento delle attività industriali dei paesi membri. Dal 2011, ha assunto l’incarico di direttore del ICS-UNIDO (international Centre for Science and High Technology), in precedenza aveva coperto il ruolo di Rappresentante e Direttore d’Ufficio Regionale in Sud Africa e Rappresentante in Kenya della stessa agenzia. Il suo curriculum svela una carriera ventennale in aziende private, organizzazioni nazionali e internazionali in cui si è occupato di pianificazione strategica così come di gestione finanziaria e tecnica. È stato advisor e consulente di numerose organizzazioni tra cui World Banck, Commissione Europea, United Nation Environment Programme, e del Governo Italiano, in particolare in merito alla promozione degli investimenti alla ricerca, al trasferimento tecnologico, allo sviluppo del settore privato.

Chi ha deciso di buttarsi nella mischia ed è stato ripagato, almeno finora, è Eduardo Missoni. Medico di formazione, blogger di Vita.it con il suo blog G-Locale. Segretario Generale dell’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout dal 2004 al 2007, con alle spalle una lunga esperienza per il governo italiano in qualità di rappresentante e consulente per i programmi di cooperazione sanitaria in America Latina e nell'Africa subsahariana. Ha iniziato la sua carriera come medico volontario in Nicaragua. In seguito ha lavorato come funzionario UNICEF in Messico. Missoni è stato tra l’altro autore di un recente rapporto sulla riforma della cooperazione italiana allo sviluppo commissionato da ActionAid. Missoni insegna all’Università Bocconi, all’Istituto degli Studi di Politica Internazionale e, dal 2014, alla Geneva School of Diplomacy and International Relations. Nel 2015, è stato autore di un rapporto commissionato da ActionAid sulla riorganizzazione della cooperazione italiana.

"Spetta ora al Ministro Gentiloni fare il passo finale, scegliendo il migliore tra i migliori candidati", auspica Nino Sergi. "La persona, cioè, che maggiormente conosce la cooperazione allo sviluppo e gli interventi umanitari, i relativi contesti, gli organismi e i meccanismi europei e internazionali, che ha dimostrato capacità manageriali, di relazioni umane e di collaborazione istituzionale, di dialogo con i soggetti della cooperazione allo sviluppo, pubblici e privati, non profit e profit, capacità di attrarre nuove risorse, che ha voglia di dedicarsi a fondo e con passione per una qualificata cooperazione italiana allo sviluppo".

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