Mondo
Agenzia per lo sviluppo: le ONG senza voce
Nominati per decreto i membri della Commissione incaricata di selezionare il Direttore della nuova Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. La società civile esclusa dalla lista.
Era un dei passaggi chiave per la nomina del Direttore della nuova Agenzia per la cooperazione allo sviluppo che dovrebbe nascere il 1 gennaio 2016. Un passaggio delicato che rischia di mandare in furia la società civile.
Infatti il Ministero degli Affari Esteri e dela cooperazione internazionale (MAECI) ha pubblicato il decreto di nomina della Commissione incaricata di valutare le 131 candidature pervenute alla Farnesina per conquistare la direzione dell’Agenzia. Sopresa: nella lista dei nomi che compongono la Commissione, non appare nessun rappresentante della società civile, special modo del mondo delle ONG. Eppure le organizzazione non governative sono un attore cruciale della cooperazione internazionale (non solo in Italia), dotate di un enorme quanto preziossima esperienza sul terreno. La loro assenza è tanto più sorprendente che la legge 125 assegna all’Agenzia un ruolo operativo molto importante nella nuova cooperazione allo sviluppo.
Poco fa su Twitter, il Segretario generale di ActionAid Italia, Luca De Fraia, ha lasciato questo commento lapidario:
Tolta la società civile – e anche il settore privato, anche lui considerato un attore importante della nuova cooperazione – la Commissione, composta da 12 membri (di cui sei supplenti), include due ministri plenipotenziari della Direzione Generale per la Cooperazione allo sviluppo (tra cui Alessandro Gaudiano che presiede la Commissione), due esperti di alto livello provenienti dalla FAO e dal Programma alimentare mondiale (PAM), quattro professori universitari, due magistrati e due funzionari della DGCS.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.