Pochi giorni fa, il Sindaco di Milano Pisapia ha rilanciato la disponibilità ad ospitare l’Agenzia per la Cooperazione Internazionale del nostro Paese nella capitale lombarda, già manifestata al Forum sulla cooperazione dello scorso ottobre, chiedendo il sostegno della società civile per conseguire questo obiettivo.
Ora, ammesso e non concesso che si arrivi ad una riforma della legge di cooperazione, obiettivo ancora aleatorio, e alla conseguente istituzione della suddetta Agenzia, cosa probabile ma ancora futuribile, restano alcune questioni che andrebbero subito specificate da parte della giunta milanese.
Se la volontà del primo cittadino manifesta attenzione e sensibilità ai temi della cooperazione, e quindi merita un lodo particolare, questa dovrebbe a mio avviso essere declinata e sostanziata da un progetto di fattibilità convincente soprattutto in materia di efficienza ed efficacia dei servizi. La faticosa pluriennale esperienza del decentramento di alcuni Uffici della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero Affari Esteri – tra i quali proprio quelli competenti per le ONG e per la valutazione tecnica dei progetti (UTC) – a soli pochi isolati di distanza dalla Farnesina, insegna come nella fallacità dei sistemi informatici del MAE, che ancora oggi faticano a fornire i dati più essenziali relativi alle attività in gestione, l’allungamento dei tempi di istruttoria, le perdite di documentazione e dati, il via vai dei funzionari da un ufficio all’altro hanno comportato notevoli disagi e un super lavoro alle ONG per supplire a tali inefficienze.
Questo fa si che il sostegno della società civile dovrebbe essere sollecitato sulla base di evidenti elementi di miglior funzionamento e di miglior fruibilità dei servizi offerti e non solamente su di un pur comprensibile campanilismo, né su una generica richiesta di decentramento dei servizi pubblici.
Un’occasione d’oro per verificare la spesso vantata “efficienza lombarda”.
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