Non profit
AGA 2014: Occhi puntati sull’ Ucraina
All’assemblea generale dello European Foundation Centre, che ha riunito oltre 500 fondazioni da tutto il mondo, la filantropia internazionale si è confrontata sulla situazione in Ucraina
Si è parlato delle sfide più pressanti in Europa, di immigrazione, impiego, pari opportunità ma si è parlato soprattutto di pace e risoluzione del conflitto all’Assemblea Generale Annuale dello European Foundation Centre, l’evento che si è concluso a Sarajevo sabato scorso e che ha riunito i protagonisti della filantropia internazionale, portando nella capitale bosniaca oltre 500 rappresentanti delle principali fondazioni europee. Ambizioso fil rouge dell’evento, suddiviso in una tre giorni serrata di incontri e panel tematici: Ripensare l’Europa, solidarietà, società civile e governance politica, ripartendo proprio da quella città che cento anni fa è stata scintilla del primo conflitto mondiale. Una terra quella di Sarajevo, con una storia recente la cui violenza ancora oggi echeggia tra i palazzi della città (e in tutta Europa) e una scelta coraggiosa, quella di EFC, che ha deciso di portare i protagonisti della filantropia e della società civile internazionale proprio in uno dei terreni di prova più difficili per la società civile europea. Una città con una connotazione fortemente simbolica che esprime la volontà di riconoscere la propria storia e gli errori commessi e progettare un futuro condiviso e diverso.
Ha aperto in pieno centro, proprio dietro l’università, (dove sono stati organizzati alcuni degli incontri dell’AGA), l’esibizione permanente in memoria delle vittime del genocidio di Srebrenica, una tragedia che non ha nemmeno vent’anni e camminando per la città vecchia, tra i palazzi che parlano ancora così tanto di guerra, è impossibile non pensare ai parallelismi con la delicatissima situazione in Ucraina. Il tema della risoluzione del conflitto ha infatti attraversato tutto il dibattito dell’assemblea generale, raggiungendo il culmine durante il panel dedicato proprio all’Ucraina e al ruolo che le fondazioni potranno giocare nel futuro di un Paese, così centrale nell’economia europea.
“La situazione in Ucraina non dovrebbe interessare solo le fondazioni che operano direttamente in quei territori, l’approccio dovrebbe avere un respiro molto più ampio”, ha concluso il moderatore del panel, Chritopher Worman di Techsoup Romania, riassumendo le riflessioni emerse durante il dibattito. “Il futuro del Paese coinvolge l’Europa intera e per questo dovrebbe interessare anche le fondazioni che si occupano di temi diversi, tra cui i diritti umani, sviluppo, l’ energia sostenibile e l’immigrazione.” In un comunicato lo European Foundation Centre ha condiviso, a nome di tutte le fondazioni che fanno parte dell’organizzazione, la preoccupazione per l’escalation del conflitto e hanno dichiarato la propria solidarietà e pieno sostegno alla popolazione ucraina e alla società civile. “Allo stesso tempo, sosteniamo gli individui e le organizzazioni che si battono per gli stessi valori in Russia”, afferma il comunicato. “Credendo fermamente nella pace e nei valori della democrazia, le fondazioni che si sono incontrate a Sarajevo, ritengono che la battaglia del popolo ucraino per la democrazia, meriti l’attenzione della comunità europea. Guidati dalle lezioni del passato, crediamo inoltre che l’unico modo per risolvere la situazione attuale, sia attraverso il dialogo e la riconciliazione.”
Nei giorni immediatamente successivi all’evento, lo European Foundation Centre si è inoltre attivato per fare fronte ad un’altra emergenza: le alluvioni che hanno colpito i Balcani proprio durante i giorni dell’evento di Sarajevo. EFC ha attivato una raccolta fondi in collaborazione con Mozaik Foundation, la fondazione bosniaca partner locale dell’AGA 2014.
Si calcola che siano stati distrutti dall’alluviole 100 mila edifici, che sia stata colpita 1 persona su quattro e che circa un milione di persone non abbiano più accesso all’acqua potabile.
Qui tutte le informazioni relative alla campagna di fundrasing.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.