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Africa: Veltroni, se banchieri e rocher collaborano…

''La nostra e' la prima generazione che puo' sconfiggere la poverta', che puo' cambiare il destino dell' Africa", così il sindaco di Roma in un articolo pubblicato oggi dal Sole24ore

di Redazione

”La nostra e’ la prima generazione che puo’ sconfiggere la poverta’, che puo’ cambiare il destino dell’ Africa. Abbiamo risorse, conoscenze e tecnologie per farlo. Ne abbiamo l’ occasione e la responsabilita”: Walter Veltroni conclude cosi’ il suo intervento intitolato ”Se banchieri e rocker collaborano per salvare l’Africa…” pubblicato oggi da ”Il Sole24 Ore”. Il sindaco di Roma prende spunto dall’ appello lanciato ieri da Bob Geldof sulle pagine dello stesso giornale affinche’ la comunita’ internazionale faccia molto di piu’ per il continente piu’ povero del mondo, per ricordare le parole del presidente della Banca mondiale James Wolfensohn che in un’intervista rilasciata al quotidiano della Confindustria in occasione di ”We are the future”, il grande concerto al Circo Massimo voluto dal Comune di Roma e dal cantante Quincy Jones, disse: ”Il mondo spende 900 miliardi di dollari l’anno in spese militari, 300 miliardi di dollari in sussidi agricoli e solo 50-60 in aiuti allo sviluppo. Forse dovremmo provare a fare il contrario”. Parole – sottolinea Veltroni – pronunciate non da un cantante rock, da uno scrittore o da un uomo di chiesa, ma dallo stesso presidente della Banca mondiale, che non e’ – osserva polemicamente il sindaco di Roma – ”una di quelle persone ritenute ‘anime belle’ dai cosiddetti ‘realisti’, da chi pensa sia una questione di lungimirante realpolitik non farsi imbrigliare dai sentimenti, dal dolore per le trentamila persone che muoiono ogni giorno per fame o per malattie che sarebbero curabili, dall’indignazione per le troppe ingiustizie che spezzano in due il nostro pianeta”. Per Veltroni, dunque, ”le parole non bastano piu’, le rassicurazioni, i mezzi passi, le semplici riduzioni del debito non sono piu’ sufficienti. La situazione non migliora, peggiora. Lo dice con chiarezza – sottolinea il sindaco di Roma – l’ ultimo Rapporto delle Nazioni Unite sullo sviluppo umano: sono per la maggior parte africani i 26 Paesi del mondo dove le persone sottonutrite negli ultimi dieci non sono diminuite – come invece accade in India o in Cina – ma aumentate di 60 milioni”. ”Cosa altro occorre aspettare?”, chiede Veltroni, secondo il quale ”e’ tempo che la comunita’ internazionale, le grandi organizzazioni come i singoli governi, cambino radicalmente l’ordine delle priorita’ e facciano quello che fino ad oggi non hanno fatto”, tra cui farmaci retrovirali gratuiti per contrastare l’Aids, embargo totale della vendita delle armi, anche quelle leggere, cancellazione effettiva del debito, ”aumento reale degli aiuti allo sviluppo da parte di ogni Paese allo 0,7% del proprio Pil, cosa che per quanto ci riguarda l’ Italia deve impegnarsi a fare fissando una data precisa”. Ma in particolare la ”sensibile” riduzione delle politiche protezionistiche da parte dei Paesi ricchi: ”E’ un fatto che le misure protezionistiche provocano ai Paesi in via di sviluppo – scrive Veltroni – un danno di oltre 100 miliardi di dollari l’anno, e cioe’ piu’ del doppio di quanto ricevono in aiuti”. Secondo il sindaco di Roma ”e’ una questione di realismo, non solo di giustizia. Anche chi non voglia vedere questo come un problema etico – afferma Veltroni – anche il piu’ cinico degli osservatori, puo’ riflettere da diversi punti di vista su quanto il destino dell’ Africa coincida con il destino del mondo: su come le nostre societa’ non possono crescere se a dominare sono l’insicurezza e la paura di fronte a masse di persone costrette a bussare alla nostra porta”

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