Mondo
Africa: tensioni commerciali con l’Unione Europea
Il 1 marzo a Bruxelles si confronteranno Ministri del commercio Ue e dei paesi Acp (Africa-Caraibi-Pacifico) per affrontare i contestati Accordi di partenariato economico (Epas)
I negoziatori dell’Unione europea e di sei regioni Acp (Africa-Caraibi e Pacifico) si stanno confrontando da ieri sugli accordi di partenariato economico (Epas) la cui entrata in vigore è prevista entro il 1 gennaio 2008. Al termine di questi “giri di consultazione” si terrà il 1 marzo, presso il Segretariato dei paesi Acp a Bruxelles, la riunione del Comitato interministeriale tra ministri del commercio Ue e i loro omologhi Acp. In ballo, c’è la fine dei regimi tariffari preferenziali concessi dall’Ue ai paesi Acp, in base agli accordi di Cotonou del 2000. Infatti, dal 1 gennaio 2008 dovrebbe entrare in vigore nuove regole commerciali improntate sulla libera circolazione dei beni e dei prodotti tra l’Unione europea e l’area Acp.
Finora discreti, questi negoziati stanno attirando l’attenzione dei media dopo che al Forum sociale mondiale di Nairobi, le società civili africana ed europea hanno lanciato un grido di allarme sui rischi che comportano gli Epa per i paesi africani. Per Jacob Kotcho, segretario permanente dell’Associazione cittadina di difesa degli interessi dcollettivi del Cameroun (Acdid), “nella situazione attuale dell’Africa centrale e occidentale, i negoziati in corso dimostrano che i futuri accordi di libero scambio non andranno a favore degli africani. Il settore della produzione e la capacità di offerta dei paesi di entrambi le regioni sono estremamente deboli. Qualora entrassero in una zona di libero scambio, ecco che gli africani si trasformeranno in semplici consumatori”. Kotcho prende lesempio del pollo congelato del suo paese: “In Camerun, le tariffe doganali esterne comuni, pari al 20% rispetto ai prodotti agricoli, non hanno impedito l’invasione di polli congelati provenienti dall’Unione europea. Provate a immaginare quando queste barriere doganali scompariranno. La produzione di pollo crollerà dall’oggi all’indomani perché non potrà minimamente competere con i prezzi dei polli europei”. A ruota, Oxfam e ActionAid chiedono ai negoziatori africani di non cedere alle pressioni dei loro omologhi europei. Entrambi le organizzazioni non governative invitano la Commissione europea, e in particolar modo il suo commissario incaricato di seguire gli Epas, Peter Mandelsson, di trovare assieme ai Paesi Acp soluzioni alternative agli accordi di partenariato economico.
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