G7 Sviluppo

Africa strategica per 8 italiani su 10

Dal 22 al 24 ottobre si tiene a Pescara il G7 Sviluppo. Dai documenti e dalle dichiarazioni preparatorie l’Africa risulta al centro dei lavori della riunione dei ministri dello sviluppo. Quali le azioni che il Governo italiano dovrebbe intraprendere per stringere relazioni efficaci? Questa la domanda del sondaggio "Africa e salute: l'opinione degli italiani". In prima battuta i cittadini indicano la fornitura di aiuti economici (32%, che sale al 45% tra la GenZ) e quella di aiuti umanitari e sanitari (32%)

di Redazione

Dal 22 al 24 ottobre si tiene a Pescara il G7 Sviluppo. Dai documenti e dalle dichiarazioni preparatorie l’Africa risulta al centro dei lavori della riunione dei ministri dello sviluppo, soprattutto nella seconda giornata. Si cita un “nuovo approccio strategico promosso dall’Italia e fondato su partenariati paritari e crescita economica condivisa”, e ancora le “sinergie con il Piano Mattei per l’Africa e il Global Gateway dell’Unione Europea”. Salute, cibo, acqua e molti altri i temi sul tavolo dei Ministri.

«Per ognuna di queste tematiche – strettamente correlate – l’Africa è uno snodo cruciale«, afferma Guglielmo Micucci, direttore di Amref Italia. Tale importanza è “sentita” anche da un recente sondaggio realizzato da Ipsos per Amref, dove il 78% del campione trova strategico per il futuro dell’Italia intensificare le relazioni politiche con i Paesi del continente africano, sale all’82% tra i Boomers.

Quali le azioni che il Governo italiano dovrebbe intraprendere per stringere relazioni efficaci? Questa la domanda del sondaggio “Africa e salute: l’opinione degli italiani”. In prima battuta i cittadini indicano la fornitura di aiuti economici (32% che sale al 45% tra la GenZ) e quella di aiuti umanitari/sanitari (32%). Segue poi la disponibilità da parte dell’Italia di formare la classe dirigenti dei Paesi africani stessi in modo da dar loro una competenza solida (31% che sale al 41% tra i Boomers) per guidare il continente verso uno sviluppo sostenibile.

Molto richiamato nelle dichiarazioni del Governo è il Piano Mattei. Seguendo i dati del sondaggio, si rileva sostanzialmente stabile, rispetto all’anno scorso, la notorietà del Piano Mattei che rimane ancora un po’ sullo sfondo: come nel 2023, solo il 12% degli italiani ha una idea di cosa sia, percentuale che sale al 15% tra i giovani della Generazione Z.


«Non possiamo che accogliere con favore l’attenzione che l’Italia ha deciso di dare al continente africano attraverso il Piano Mattei», afferma Micucci «il rischio è che il Piano finisca per replicare modelli di cooperazione economica che, in passato, si sono rivelati poco vantaggiosi per l’Africa, concentrandosi prevalentemente su interessi commerciali o geostrategici dell’Italia«. In una nota di qualche giorno fa, relativa al Piano Mattei,  l’organizzazione poneva l’attenzione anche sulle risorse allocate e sulla questione migratoria.

«Siamo consapevoli che non è possibile parlare di sviluppo senza un adeguato sistema sanitario», continua Micucci, facendo riferimento al G7 Sviluppo di Pescara. «L’Africa ospita circa il 17% della popolazione mondiale, ma deve far fronte al 25% del carico globale di malattie, con solo il 3% degli operatori sanitari a disposizione. Tra i 20 Paesi con i tassi più alti di mortalità materna, 19 si trovano in Africa, così come il primato mondiale di mortalità neonatale. Lo sviluppo economico, non può prescindere dal garantire l’accesso a cure mediche di base, né può realizzarsi in un contesto caratterizzato da gravi emergenze sanitarie».

Anche il recente sondaggio Ipsos per Amref Italia richiama queste urgenze. Le principali minacce percepite per la salute dei cittadini africani vedono saldamente al primo posto le malattie infettive (50%, di cui solo il 7% è rappresentato dalla pandemia di Covid19), le condizioni di vita (49%, era il 52% l’anno scorso) e la scarsa disponibilità di strutture e operatori sanitari (42%). Le preoccupazioni per il continente europeo sono invece: malattie croniche; crisi economica; gli effetti del cambiamento climatico.

Pertanto, pensando ai problemi sanitari dell’Africa, come già emerso l’anno scorso, gli aiuti dovrebbero concentrarsi soprattutto nell’ambito della malnutrizione (62% che sale al 69% tra i Boomers), dell’accesso garantito ai servizi e alle strutture sanitarie (48% che sale al 52% tra la Gen Z) e della prevenzione di emergenze sanitarie (41%, al 50% tra i Boomers).

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