Salute

Africa: ogni giorno 14mila nuovi malati di Aids

La denuncia viene dalla direttrice del Dipartimento Mobilitazione sociale e informazione dell'Unaids

di Gabriella Meroni

La fame e l’Aids sono una doppia tragedia per l’Africa, specie quella sub-sahariana. Agiscono in tandem, tragicamente, mettendo in pericolo la vita di milioni di persone e bloccando lo sviluppo dei Paesi colpiti. Ogni giorno, 14mila persone sono infettate dalla malattia, e la maggioranza di essi sono colpite nel pieno degli anni piu’ idonei al lavoro. La denuncia di questa doppia tragedia viene dalla direttrice del Dipartimento della Mobilitazione sociale e dell’informazione presso il Programma comune delle Nazioni Unite sull’Hiv (Unaids), Marika Fahlen, intervenuta oggi all’assemblea plenaria del vertice mondiale sull’alimentazione in corso alla Fao. “Laddove e’ piu’ forte la mancanza il cibo – ha detto la Fahlen – il tasso di diffusione dell’Aids e’ allarmante. Le due situazioni d’emergenza non si escludono vicendevolmente”, ed e’ impensabile realizzare gli obiettivi di riduzione del numero di affamati nel mondo senza mettere decisamente mano al problema Aids. I legami tra agricoltura e Aids sono evidenti, ha detto il funzionario Onu, tanto che in soli due decenni la malattia ha ucciso sette milioni di agricoltori africani, su un totale di venti milioni di vittime da quando la malattia ha fatto la sua comparsa, causando un calo della produttivita’ della manodopera fino al 50%. Ed oggi sono almeno 40 milioni le persone che convivono con l’Hiv conclamato o con la sieropositivita’ al test, la gran parte delle quali nell’Africa sub-sahariana (Zimbabwe, Swaziland, Uganda, Kenia). E’ evidente quindi che “la piramide demografica, cosi’ come era finora nota, e’ stata tragicamente ridisegnata”. E in Africa australe le gravi penurie alimentari dell’ultimo decennio stanno mettondo in ginocchio i Paesi dove l’Aids e’ particolarmente diffuso. Quindi, “le due catastrofi non devono essere trattate separatamente”, ha affermato la Fahlen, “l’Aids, lo sviluppo rurale, la sicurezza alimentare e le politiche agricole non possono essere affrontate indipendentemente l’una dall’altra”, in maniera slegata tra esse. L’agenzia Onu che si occupa dell’Hiv ha da tempo segnalato che senza un successo nella prevenzione della diffusione della malattia, tanto gli obiettivi del vertice del 1996 che quelli indicati dal Summit Millenario di Monterey non saranno attuati. “Non sara’ possibile realizzare obiettivi di sradicamento dell’estrema poverta’ e della fame senza programmi multisettoriali efficaci per la lotta all’Aids”, ha aggiunto la Fahlen. Oggi l’agenzia Onu constata con soddisfazione che un riferimento all’Aids e’ contenuto nella risoluzione finale del vertice Fao, “ma vorremmo vedere un appello energico” a favore dell’azione sul fronte della malattia che sia in linea con la Dichiarazione di impegno sull’Hiv assunta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel giugno dello scorso anno. La rappresentante dell’Onusida ha infine sottilineato “le immense sofferenze” gia’ provocate dall’Aids nelle zone rurali: sono sparite le figure competenti in agricoltura, sono in pericolo i servizi di sviluppo agricolo, i mezzi di sostegno sono disgregati, la capacita’ produttiva per lavorare la terra e’ ormai ridotta ai livelli piu’ bassi, e i costi sociali indotti dalla malattia sono sempre piu’ elevati.


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