Sostenibilità

Africa, energia: per i ministri serve approccio comune

I Ministri dell’Energia africani al termine dell’11esima Conferenza su petrolio hanno auspicato un approccio integrato da parte dei Paesi del continente alla questione energetica.

di Redazione

Un approccio integrato alla questione energetica che coinvolga tutti gli Stati africani sia quelli ricchi di combustibile fossili (petrolio e gas) e di energia idroelettrica sia quelli che mancano di risorse naturali. È quanto hanno chiesto i Ministri dell?Energia africani al termine dell?11esima Conferenza su petrolio, gas, commercio e finanze che si è svolta la scorsa settimana a Nairobi, in Kenya. Il Convegno è stato organizzato dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) e dal governo keniano e ha visto la partecipazione di 400 tra politici, economisti ed esperti del settore energetico.
Il rialzo dei prezzi dei carburanti sta avendo serie conseguenze sulle economie dei Paesi più poveri e in particolare degli Stati africani meno ricchi di risorse naturali. ?Nel mio Paese, dobbiamo rinunciare a importare alcuni prodotti solo per poter pagare il petrolio che importiamo? ha detto il Ministro dell?energia dello Zimbabwe, riferisce oggi l’agenzia Fides.

Mentre diversi Paesi africani sono diventati importanti esportatori di petrolio ed altri stanno per diventarlo, la maggior parte degli Stati africani sono costretti a ricorrere alle importazioni per far fronte alle loro necessità energetiche.
Le risorse energetiche del continente sono inoltre ancora sottoutilizzate, come ha sottolineato il Ministro dell?Energia del Kenya, che ha ricordato che l?Africa dispone del 9.6% delle risorse mondiali di petrolio a fronte di un contributo pari solo al 6% della produzione mondiale. Una situazione che si ripete nel settore del gas, dove le riserve africane sono pari al 9.3% di quelle mondiali, ma il consumo africano di metano è pari solo al 3,9% del totale. La capacità di raffinazione africana inoltre costituisce solo il 9.3% del totale mondiale. Non stupisce quindi scoprire che l?80% del consumo di legna da ardere sia appannaggio dell?Africa, con gravi danni ambientali. Una situazione che va migliorata con un approccio continentale, mettendo insieme le risorse di tutti i Paesi africani

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