Mondo

Africa: chiusa la frontiera fra Burundi e Congo

Si temono nuovi attacchi contro i civili congolosi profughi in Burundi

di Emanuela Citterio

È stata nuovamente chiusa la frontiera tra la Repubblica democratica del Congo e il Burundi. La notizia giunge da fonti dell’agenzia Misna nella provincia del Sud Kivu, ed è confermata dalla Missione delle Nazioni Unite in Congo (Monuc).
La motivazione che ha fatto scattare la chiusura delle frontiere verso il Congo è il timore di nuovi attacchi contro i civili congolesi profughi in Burundi. E’ la seconda chiusura di frontiere fra i due Paesi dopo il massacro dello scorso 13 agosto nel campo profughi di Gatumba, costato la vita a oltre 160 rifugiati di etnia tutsi, scappati dal Congo orientale per sottrarsi ai massacri che imperversano nella zona. Il massacro, che ha avuto in donne, bambini e neonati le principali vittime, era stato rivendicato dai guerriglieri hutu delle Forze Nazionali di Liberazione (FNL), i quali hanno sostenuto però che il loro obiettivo era un campo dell’esercito regolare.
La decisione della nuova chiusura, hanno precisato le fonti Onu, è stata presa dopo aver ricevuto informazioni riguardo alla possibilità di un nuovo attacco ribelle contro i campi profughi congolesi presenti in territorio burundese e dislocati subito oltre frontiera. La notizia ha colto tutti di sorpresa; la frontiera infatti, era stata riaperta soltanto venerdì scorso dopo essere rimasta bloccata per una decina di giorni. Secondo ‘Radio Okapi’, l’emittente radiofonica della Monuc, il nuovo attacco avrebbe dovuto avere luogo nel campo di Rugombo.

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