Chiesa

Africa, carcere, centro di recupero: un vescovo “sociale” per Firenze

A guidare l'arcidiocesi del capoluogo toscano, il Papa chiama il cappellano del penitenziario, già responsabile del Ceis e a lungo missionario in Ciad: Gherardo Gambelli. Il sacerdote ha il profilo della «Chiesa in uscita» che piace a Francesco. Anche nella passione calcistica

di Giampaolo Cerri

Un arcivescovo sociale per Firenze. È don Gherardo Gambelli che il cardinale Giuseppe Betori ha annuciato poco fa, come suo successore. Il porporato, 77enne, lascia infatti per raggiunti limiti di età dopo che Papa Francesco aveva concesso una proroga di due anni.

Gambelli, 55 anni, ha infatti un curriculum ecclesiastico caratterizzato dalla missione, quella nel mondo, per portare Cristo alle genti, e quella domestica e cittadina, avendo anche guidato il Ceis di Firenze, il centro per il recupero dei tossicodipendenti nato sui iniziativa del cardinal Giovanni Benelli negli anni ‘80 grazie a don Giacomo Stinghi e a Zaira Conti.

La porti un vescovo a Firenze

Come nota Avvenire, un fiorentino – almeno come sacerdozio essendo Gambelli viareggino – che torna a sedere sulla cattedra di San Zanobi, primo vescovo della città: dopo Silvano Piovanelli, infatti, a Piazza S.Giovanni, sede dell’arcidiocesi, si erano succeduti Ennio Antonelli e poi appunto Betori, entrambi umbri.

Una nomina francescana, nel senso che viene ovviamente dal Papa, ma anche molto bergogliana, essendo la storia di don Gambelli perfettamente adatta per la “Chiesa ospedale da campo”, più volte richiamata dal pontefice.

Il carcere fiorentino di Sollicciano, dove don Gambelli è cappellano

La missione in Ciad

Gambelli è infatti stato 12 anni in Ciad, in una delle aree più dure e difficili dell’Africa sub-sahariana, con tensioni militari frequenti. Come ricorda il settimanale della Conferenza episcopale toscana, Toscana Oggi, nelle sue corrispondenze dalla missione, invitava «a pregare e a lavorare per la pace e la riconciliazione» aggiungendo che questa si faceva urgente «anche per combattere efficacemente contro il rischio del fondamentalismo religioso diventato recentemente più forte in Ciad». Rientrato a Firenze, si era appunto occupato del Ceis e diventando cappellano del carcere di Sollicciano.

Le reazioni dell’associazionismo

Da Firenze arrivano i primi commenti dell’associazionismo alla nomina di don Gambelli: «Accogliamo con gioia la notizia della nomina ad arcivescovo di Firenze di don Gherardo Gambelli», dice Andrea Ceccherini, presidente del Coordinamento delle Misericordie dell’Area Fiorentina,  «da fiorentino conosce bene il territorio e i bisogni della sua gente ma anche le risorse e le opportunità che offre, lo spirito di fratellanza e di solidarietà che anima i fiorentini, come testimoniano quotidianamente le nostre Confraternite. Da missionario ha potuto conoscere da vicino le sofferenze degli ultimi ma anche l’amore di chi si dedica la propria vita al bene degli altri».

Gli fa eco Giacomo Martelli, presidente delle Acli Toscane:  «Diamo il nostro benvenuto a don Gherardo Gambelli alla guida delle Diocesi fiorentina. Avrà di fronte importanti impegni, ma siamo sicuri che da parroco missionario saprà essere vicino a tutta la comunità fiorentina in ogni circostanza e aiutarla ad affrontare le sfide che si porranno davanti, anche insieme alle associazioni, cattoliche e non, impegnate nella solidarietà e nella difesa dei diritti dei cittadini».

Secondo Vincenzo Lucchetti, presidente della Fondazione Caritas fiorentina, «Il lungo periodo trascorso come missionario in Ciad, l’esperienza come cappellano del carcere di Sollicciano lo hanno avvicinato ancora di più agli ultimi e ai bisognosi, a quello spirito di carità che è anche il faro della nostra azione quotidiana a servizio delle persone che vivono in condizione di povertà, solitudine, disagio sociale, che sono svantaggiate, detenute o emarginate».

Il tifo calcistico dei vescovi in uscita

Una curiosità: «il nostro vescovo Gherardo», come fra un po’ si comincerà a recitare nelle messe della arcidiocesi è tifosissimo della Fiorentina e non lo nasconde. Fa il paio con due altri preti fiorentini e vescovi altrove: Andrea Bellandi, arcivescovo di Salerno, e Giovanni Paccosi, vescovo di San Miniato (Pisa). Un po’ anche questo è il segno della «Chiesa in uscita» di Jorge Mario Bergoglio, lui stesso supporter del San Lorenzo di Buenos Aires.

La foto in apertura di don Gambelli è gentilmente concessa da ToscanaOggi, la foto del carcere di Firenze è di LaPresse/Bianchi-Lo Debole.

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