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Afghanistan: solo 10% ragazzi è tornato a scuola

Gli altri hanno continuato a fare la vita di sempre, fatta di lavoro e traffici vari per sopravvivere

di Gabriella Meroni

Soltanto il 10 per cento dei giovani afghani in eta’ scolare e’ tornato a frequentare le scuole, da pochi giorni riaperte a Jalalabad. Gli altri hanno continuato a fare la vita di sempre, preparando il pane, effettuando cambi di valuta al mercato nero, aggiustando automobili e maneggiando armi di vario tipo per ”mantenere l’ordine”, cosi’ dicono.

La maggioranza dei pochissimi neostudenti, tra cui adesso sono annoverate anche le donne, appartiene a famiglie di livello medio alto, osserva il ”Washington Post”: solitamente i padri dei ragazzini sono ingegneri, commercianti o ex ufficiali dell’esercito. Le condizioni delle scuole sono disastrose: non ci sono ne’ banchi, ne’ riscaldamento, ne’ sedie, ne’ lavagne o libri di testo. Gli insegnanti sono volontari, innamorati di un lavoro per il cui svolgimento non percepiscono uno stipendio da mesi. Negli ultimi venti anni l’Afghanistan ha perso una generazione di giovani menti, osserva il quotidiano americano. Secondo dati dell’Unicef, nel 1995, dopo oltre un decennio di occupazione sovietica e tre anni di guerra civile, soltanto il 26 pc dei ragazzi ed il 9 pc delle donne era iscritto a scuola. Le difficolta’ di accesso all’istruzione per il sesso femminile da sempre sono state enormi, basti pensare che i leader tribali si ribellarono alla decisione sovietica di aprire l’istruzione al gentil sesso, bruciando tutte le strutture in cui normalmente si svolgevano le lezioni.

Sotto il regime dei Taleban, cioe’ a partire dal 1996, la situazione si aggravo’ ulteriormente: le scuole furono chiuse definitivamente alle donne e il sistema scolastico non ebbe alcun sostegno da parte dei leader islamici, sospettosi dei valori moderni che potevano essere inculcati nelle menti dei piu’ giovani.

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