Mondo
Afghanistan: ribellione sempre più forte nel Sud
Il 2005 è stato l'anno più sanguinoso dall'inizio dell'invasione Usa.
Ormai è un dato di fatto incontrovertibile: in Afghanistan la ribellione diventa ogni giorno più forte ed organizzata, nel sud del paese, tanto che il 2005 è stato l’anno più sanguinoso dall’inizio dell’invasione americana e i rivoltosi sono tutt’altro che sulla via del collasso, come predetto in aprile dal comando americano.
Lo ha confermato, in una recente videoconferenza da Kandahar, nel sud, il comandante del Primo battaglione delle forze speciali, una squadra d’elite addestrata contro la guerriglia dal nome ‘Desert Eagle’. Il rapporto mette in serio dubbio l’attuazione del piano che prevede la sostituzione di quasi tutte le forze Usa l’anno prossimo con contingenti della Nato, che non sarebbero in grado di condurre lo stesso tipo di operazioni antiguerriglia.
“Sono gli stessi soldati a notare che adesso si trovano di fronte a un nemico diverso dagli anni precedenti”, ha spiegato il comandante Donald Bolduc. E il ministro della Difesa afgano, Rahim Wardak conferma questa impressione: gli attacchi terroristici assomigliano sempre di più alla violenza in Iraq. Quest’anno è stato il più sanguinoso dal 2001: 87 soldati americani sono morti, su un totale di 186 dall’inizio dell’invasione
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