Mondo

Afghanistan: quella lettera di Parisi a D’Alema…

Che ne pensano le ong dell'accusa fatta dal ministro della Difesa secondo la quale avrebbero usato non più del 10% dei fondi, portando a compimento il 2% dei progetti?

di Paolo Manzo

Oggi sul Corriere della Sera, un articolo stimolante di Marco Nese sull?Afghanistan fa i conti in tasca alla cooperazione civile, sul cui ruolo a Kabul si discute in questi giorni e entro il fine settimana nel Parlamento italiano.

Da mesi, per non dire anni, l’Associazione ong italiane per bocca del suo presidente Sergio Marelli, chiede che sia rafforzata la cooperazione civile in Afghanistan (e non solo lì), possibilmente utilizzando i fondi che sino all’anno scorso erano stati usati per finanziare la missione militare in Iraq (circa un miliardo di euro tra 2003 e 2006 in un fondo ad hoc). La proposta Marelli è stata fatta propria dalla viceministra degli esteri con delega per la cooperazione internazionale, Patrizia Sentinelli senza, tuttavia, andare a disquisire più di tanto per la presenza dei nostri militari che, assieme ai contingenti di altre nazioni, garantiscono quel po’ di sicurezza ad Herat e a Kabul che, altrimenti, sarebbe impossibile avere, come dimostrano i trent’anni di guerra che hanno martoriato l’Afghanistan. Il punto vero, su cui a suo tempo intervenne con una lettera proprio sul Corriere Pietro De Carli, responsabile cooperazione allo sviluppo nel paese asiatico, era ed è la separazione tra interventi umanitari militari e interventi umanitari civili. In sostanza i Provincial Reconstruction Team, alias i PRT, nei quali, oggettivamente, le nostre ong hanno avuto una sorta di impossibilità ad operare. Il ministro degli Esteri, scrive oggi il Corriere, aveva accolto le richieste di separazione militare-civile e di aumento dei fondi per gli interventi delle nostre organizzazioni non governative in Afghanistan però…

Però, come un fulmine a ciel sereno per la discussione in Parlamento, è giunta una lettera del ministro della Difesa, Arturo Parisi, da cui si evince che la nostra cooperazione civile avrebbe utilizzato solo il 10 per cento dei fondi a sua disposizione, realizzando non più del 2 per cento dei progetti. Per questo Parisi scrive a D?Alema e gli fa presente che mettere più soldi a disposizione delle ong sarebbe uno spreco, perché i militari riescono a realizzare progetti, avendo costruito 15 nuove scuole, pozzi per l?acqua, eccetera…

Poche ore fa l’Associazione ong italiane ha emanato un comunicato sul “nuovo ruolo dell’Italia in Afghanistan” (clicca qui per leggerlo integralmente), senza però intervenire nello specifico sulla lettera di Parisi a D’Alema. Forse, invece, sarebbe il caso di farlo anche perché, a naso, i numeri di Parisi sono fuori dal mondo. A meno che non si riferiscano al ristretto ambito dei PRT…


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