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Afghanistan: Onu convoca riunione delle fazioni
L'incontro dovrebbe tenersi sabato a Berlino per concordare un futuro politico per il Paese
Le Nazioni Unite sperano di convocare per sabato a Berlino la prevista riunione di tutti i gruppi etnici e politici afgani che dovrebbero formare un governo provvisorio dopo la sconfitta dei talebani.
Lo ha rivelato il vice ambasciatore russo all’Onu, Gennadi Gatilov, dopo una riunione a porte chiuse dell’inviato speciale delle Nazioni Unite per l’Afghanistan, Lakhdar Brahimi, con i rappresentanti dei cinque Paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza (Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina). Gatilov ha precisato che Brahimi “sta puntando” a una riunione il 24 novembre nella capitale tedesca. Secondo alcune fonti diplomatiche egli farà l’annuncio della data nel corso di una riunione a porte chiuse del Consiglio di sicurezza già in programma martedì. “Siamo tutti speranzosi – ha commentato Gatilov – compreso Brahimi”.
Il vice di Brahimi, Francesco Vendrell, si trova già nella capitale afgana dove cerca un accordo tra i differenti gruppi perché partecipino alla riunione. L’Alleanza del Nord – la coalizione che ha di fatto conquistato la città – avrebbe voluto che la conferenza si tenesse a Kabul, ma l’Onu ha insistito perché sia organizzata in una località “neutrale”. Vendrell è ottimista: “Una delle regioni del mio ottimismo è che questa volta non solo apprendiamo dall’esperienza del passato, ma anche che la comunità internazionale questa volta è pienamente impegnata a fornire aiuti massicci per la ricostruzione di questa città”, ha detto al quotidiano britannico The Guardian. Il vice portavoce delle Nazioni Unite Manoel de Almeida e Silva ha specificato che Vendrell non ha ancora ricevuto ufficialmente il via libera dall’Alleanza del Nord per la riunione fuori dall’Afghanistan, ma i diplomatici si aspettano che l’approvazione giunga.
Uno dei problemi è che l’Alleanza del Nord è formata prevalentemente da persone di etnia uzbeca e tagica, mentre il grosso del Paese è di etnia pashtun, come sono i talebani – ormai arroccati nella città meridionale di Kandahar e in quella settentrionale di Konduz. Subito dopo la caduta di Kabul, Brahimi aveva delineato al Consiglio di sicurezza un piano che prevedeva una conferenza di tutti i gruppi etnici e tribali per dar vita a un governo di transizione di due anni, formato da afgani. Una soluzione – disse – “assai più credibile di un governo guidato da qualche funzionario dell’Onu paracadutato sul posto”. (Cnn)
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