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AFGHANISTAN. Onu contro Karzai: «Legalizza lo stupro»

«È peggio che sotto i talebani», dicono nel paese

di Franco Bomprezzi

Il presidente afghano Hamid Karzai viene accusato di aver firmato una nuova legge sul diritto di famiglia che legalizza lo stupro nell’ambito del matrimonio e impone alle donne di chiedere al marito il permesso per uscire di casa. Il testo finale del documento non è stato reso pubblico, ma a denunciarne i contenuti sono fonti dell’Onu, attivisti per i diritti umani e deputate donne afghane. «E’ peggio che sotto i talebani», commenta amara la senatrice Humaira Namati. La legge, scrive il quotidiano britannico the Guardian, servirebbe al presidente Karzai per assicurarsi i voti di settori conservatori, come le minoranze hazara e sciita, alle elezioni presidenziali di agosto. La vicenda appare imbarazzante per le forze internazionali che sostengono il governo Karzai, e viene alla luce nel giorno in cui si apre all’Aja la Conferenza internazionale sull’Afghanistan.

Il permesso dei mariti per uscire di casa, si ritiene, servirà anche per andare al lavoro, studiare o recarsi dal medico. E in ogni caso la moglie non potrà rifiutarsi di aver rapporti coniugali con il marito. Un documento informativo preparato dall’United Nation Development Fund for Women denuncia intanto che la nuova legge affida la custodia dei figli solo al padre e ai nonni maschi. Provvedimenti chiaramente in contrasto con la garanzia di parità di diritti fra i sessi contenuta nella costituzione afghana e in diversi trattati internazionali cui ha aderito il governo di Kabul. Secondo la deputata Shinkai Zahine Karokhail, la legge è stata approvata con tempi rapidissimi e praticamente senza dibattito. «Volevano passarla come fosse un negoziato segreto» ha spiegato, «c’erano molte cose che volevamo cambiare, ma non volevano discuterne perché Karzai vuole compiacere gli sciiti». Un’altra deputata, Shukria Barazkai, sostiene invece che nel dibattito la legge è stata migliorata, innalzando l’età minima per il matrimonio delle donne da 9 a 16 anni. Il ministero della Giustizia ha confermato che Karzai ha firmato la legge a marzo, ma ha aggiunto che il testo non verrà pubblicato fino a quando non verranno risolti alcuni «problemi tecnici».


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