Mondo
Afghanistan l’urgenza di decisioni politiche inderogabili
Pubblichiamo una nota del Forum Solint predisposta da Intersos. Il documento è scaricabile nella versione integrale in formato pdf
di Paolo Manzo
Che ci stiamo a fare in Afghanistan? Cosa dovrebbe essere fatto? Quali gli errori commessi? Può ancora la comunità internazionale costruire una success strategy? Oppure non vi sono speranze ed è quindi necessario che l’Italia pensi ad una exit strategy da attuare quanto prima?
A queste domande cerca di rispondere il documento dell’8 Novembre 2006 del Forum Solint, predisposto da Intersos, in cui vengono analizzate le missioni militari, le attese degli afgani, gli errori commessi e la situazione attuale, la questione dell’oppio, il problema della sicurezza e la strategia militare, i problemi geopolitici fino a identificare e suggerire decisioni politiche e operative che andrebbero assunte con chiarezza dalla comunità internazionale.
La discontinuità, secondo le Ong Intersos, Cisp, Coopi, Cosv e Movimondo che compongono il Forum Solint, ?non passa dal disimpegno o dal ritiro dell’uno o dell’altro contingente militare dall’Afghanistan, ma da una piena assunzione di responsabilità della Comunità internazionale, compresa l’Italia e l’intera Unione europea, basata sulla chiarezza e condivisione degli obiettivi, della strategia, degli impegni politici e delle modalità operative per poterli raggiungere con successo?. Mentre ?la priorità assoluta va data agli aiuti per superare l’emergenza povertà e rispondere ai bisogni primari della popolazione ed alla cooperazione per garantire la ricostruzione e promuovere lo sviluppo?.
La proposta di nuova Conferenza internazionale, avanzata ora anche dal ministro degli Esteri italiano, trova nella nota un rilievo di primaria importanza. ?Un simile cambiamento necessita una nuova volontà ed un nuovo impegno internazionale, più ampio di quello dell’Alleanza Atlantica ormai inquinato dalla confusione/identificazione tra l’operazione di guerra Enduring Freedom e la missione Isaf/Nato?. ?Solo da una nuova Conferenza internazionale sull’Afghanistan sotto l’egida dell’Onu, che veda coinvolte le istituzioni e rappresentanze afgane e i paesi islamici oltre a quelli occidentali, ed in particolare quelli dell’area centro-asiatica, potrà uscire la nuova e condivisa volontà politica, la nuova strategia e il nuovo impegno per la ricostruzione, la sicurezza, e il rafforzamento delle istituzioni rappresentative?.
La nota si sofferma inoltre sul problematico rapporto civile-militare, denunciando l’ambiguità dei Prt dell’Isaf/Nato, squadre provinciali di ricostruzione composte da militari che usano gli interventi umanitari ai fini della strategia militare e chiedendo una netta distinzione delle attività e finalità militari rispetto a quelle umanitarie.
La Conferenza internazionale dovrà riuscire inoltre – conclude la nota – ?ad attenuare le contrapposte strategie politiche a livello regionale: gli scontri tra Afghanistan e Pakistan, l’ambigua posizione pakistana, le influenze del conflitto indo-pakistano, gli interessi dell’Iran, della Russia, delle Repubbliche centro-asiatiche?. Come dovrà definire un piano coordinato dell’insieme dei paesi e delle organizzazioni internazionali per rendere efficace l’azione di aiuto e di cooperazione.
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