Mondo

Afghanistan: le mine attendono i “liberatori”

724 milioni di metri quadri di superficie afghana sono occupati da ordigni antiuomo e anticarro

di Gabriella Meroni

Sono i 7 milioni di mine sparse sul territorio afghano la minaccia più temuta ora che si stanno ultimando i preparativi per la fase terrestre della missione Enduring Freedom.

Secondo le stime della Campagna italiana contro le mine, 724 milioni di metri quadri di superficie afghana sono occupati da ordigni antiuomo e anticarro ed ogni anno vengono individuati altri 12-14 milioni di metri quadri di territorio minato. ”E non si tratta solo di terreni incolti o disabitati, anzi in buona parte -dice Giuseppe Schiavello, della Campagna italiana contro le mine- si tratta delle cosiddette ‘aree ad alta priorita’: terreni agricoli, pascoli, strade, corsi d’acqua, villaggi”. L’insidia viene innanzi tutto ”dagli ordigni disseminati negli anni dai Talebani e dall’Alleanza del Nord, ma si registrano ancora ritrovamenti di mine che risalgono al conflitto con i russi”.

I carabinieri, i militari dell’Esercito, i volontari che metteranno piede sul suolo afghano nella seconda fase di Enduring Freedom, dovranno fare attenzione anche alle migliaia di ‘cluster bomb’ lanciate in questi giorni dai bombardieri anglo-americani. ”La percentuale ufficiale di fallimento dichiarata è del 5% di bombe inesplose. In realtà -continua- il recente conflitto in Kosovo ha dimostrato che quasi il 30% di queste bombe non esplode. E c’é da considerare che ogni ordigno di questo tipo contiene altre 300 piccole bombe da 700 grammi l’una”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.