Cultura

Afghanistan: la situazione umanitaria al 31/10

Il punto dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati: Peggiorano le condizioni sanitarie nelle aree di confine del Baluchistan

di Redazione

L’Alto Commissario incontra i presidenti di Pakistan e Iran Nella giornata di oggi, durante il colloquio avuto con il presidente iraniano Khatami e alti funzionari del Governo, l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Ruud Lubbers ha reiterato l’appello ad aprire le frontiere. Il confine iraniano con l’Afghanistan resta ufficialmente chiuso, così come quelli del Pakistan e delle repubbliche centro-asiatiche. Nell’incontro col presidente Khatami, Lubbers ha riconosciuto la fondatezza delle preoccupazioni relative alla sicurezza espresse dall’Iran per un possibile afflusso di rifugiati afghani, ma sulla questione delle frontiere ha chiesto al paese una maggiore flessibilità. Il presidente Khatami ha ribadito la posizione secondo cui gli afghani saranno assistiti in campi sul lato afghano della frontiera. Lubbers ha poi incontrato rappresentanti dei donatori e funzionari della Mezzaluna Rossa. Lubbers è giunto a Teheran da Islamabad, dove aveva discusso la questione della frontiera con l’Afghanistan anche con il presidente pakistano Pervez Musharraf. Il Pakistan ha mantenuto la posizione di non voler aprire le frontiere a tutti gli afghani in fuga dal proprio paese, ma ha acconsentito ad ammettere persone appartenenti a categorie particolarmente vulnerabili. Seguiranno altri colloqui per definire chi dovrebbe essere incluso in queste categorie. C’è stato anche accordo sulla questione dei cosiddetti “rifugiati invisibili” – le decine di migliaia di persone che nelle scorse settimane sono entrate irregolarmente in Pakistan – che dovrebbero essere assistiti, preferibilmente all’interno dei campi. Lubbers ha inoltre evidenziato l’importanza di garantire pubblicamente che queste persone non verranno deportate, altrimenti sarebbe impossibile convincerle a trasferirsi nei campi dove potrebbero essere assistiti adeguatamente. Sempre nella giornata di ieri, Lubbers ha incontrato l’ambasciatore del governo talebano in Pakistan, esortandolo ad assicurare la sicurezza degli operatori locali delle Nazioni Unite, dell’equipaggiamento e degli aiuti che si trovano ancora in Afghanistan. Peggiorano le condizioni sanitarie nelle aree di confine del Baluchistan Negli ultimi tre giorni, gli operatori medici presenti nel campo di permanenza temporaneo di Killi Faizo vicino alla frontiera con l’Afghanistan nel sud del Pakistan hanno registrato un aumento del numero di persone gravemente malate o malnutrite, tra le quali un bambino di un anno e un ragazzo di dodici. In un caso, si sospetta la poliomielite. Molti dei casi peggiori sarebbero stati costretti a restare per diversi giorni nel campo talebano di Spin Boldak, prima di poter entrare in Pakistan. I rifugiati afghani che arrivano a Killi Faizo, dicono che le condizioni di salute nell’accampamento di Spin Boldak – un campo all’interno dell’Afghanistan, controllato dai talebani – starebbero peggiorando rapidamente. Secondo gli operatori medici dell’UNHCR, le persone che lungo il tragitto verso il Pakistan sono passate per il campo di Spin Boldak riferiscono di casi di grave malnutrizione e dissenteria tra i bambini, e si teme che i casi registrati a Killi Faizo possano riflettere un problema molto più serio dall’altro lato della frontiera. La popolazione del campo è stimata in circa 3mila persone (700 famiglie). almeno 100 famiglie nell’accampamento di Spin Boldak starebbero dormendo all’aperto senza alcuna assistenza. Secondo le testimonianze di coloro che sono stati intervistati dall’UNHCR dopo aver varcato la frontiera con il Pakistan, i talebani starebbero impedendo alle persone – anche a coloro che necessitano di urgenti cure mediche – di lasciare l’Afghanistan. L’UNHCR ha più volte espresso preoccupazione per il campo di Spin Boldak dove chi cerca di fuggire dall’Afghanistan non riceve adeguata assistenza, rischia di essere reclutati forzatamente dai talebani e si trova troppo vicini a postazioni militari. Ieri nel campo di Killi Faizo, lo staff di Medecins Sans Frontieres (MSF) ha assistito complessivamente 113 pazienti, oltre ad aver vaccinato e dato vitamina A a circa 150 bambini. Le autorità sospendono la registrazione nel campo di permanenza temporanea Ieri 116 nuove famiglie sono state registrate nel campo di permanenza temporanea di Killi Faizo, nel Baluchistan presso il posto di frontiera di Chaman. Il numero totale di persone accolte nel campo, dalla sua apertura appena una settimana fa, ammonta a 1.897 persone (384 famiglie), tra i quali 1.265 bambini. Il sito è stato progettato per ospitare un massimo 325 famiglie, un numero già superato, e le autorità pakistane questa mattina hanno sospeso la registrazione dei nuovi arrivati. Durante la notte è stato affisso un cartello in tre lingue, nel quale si annunciava che non vi sarebbe stata ulteriore registrazione dei nuovi arrivati, che avrebbero dovuto tornare in Afghanistan nel campo di Spin Boldak. Nel tardo pomeriggio, non erano stati ammessi nuovi rifugiati, nonostante 55 persone avessero attraversato la frontiera e fossero in attesa fuori dal campo. Poiché altre persone in gravi condizioni sono ancora in attesa dall’altro lato della frontiera, l’UNHCR sta attualmente negoziando con le autorità locali la possibilità di aprire un altro campo nelle vicinanze, come misura di estrema urgenza. I rifugiati nel campo di Killi Faizo hanno ricevuto dall’UNHCR un kit di aiuti, che comprende tende, coperte, utensili per cucinare e altri aiuti non alimentari, mentre il Programma Alimentare Mondiale (World Food Programme – WFP) ha consegnato loro del cibo. Le strutture idriche sono state allestite da OXFAM e l’assistenza medica è forniata da MSF – Olanda. Mercy Corps International è impegnato nella distribuzione aiuti alimentari e di altro genere, mentre Islamic Relief sta impiantando le tende. Un’organizzazione non governativa (Ong) afghana – the Guardians – è invece impegnata nell’allestimento delle latrine. Sarebbe ormai pieno il campo alla frontiera con l’Iran Secondo quanto riferito all’UNHCR in Iran, il campo di Makaki, gestito dall’Associazione della Mezzaluna Rossa Iraniana e situato sul lato afghano della frontiera, avrebbe raggiunto la capacità massima di accoglienza con circa 6mila persone (1.000 famiglie). Secondo altre fonti, le autorità iraniane e la Mezzaluna Rossa vorrebbero trasferire i nuovi arrivi nel secondo campo all’interno dell’Afghanistan – Miglio 46 – facendoli passare per l’Iran, in modo che essi non debbano attraversare la linea di demarcazione tra la zona controllata dai talebani e quella controllata dall’Alleanza del Nord, che si trova proprio lungo la strada tra i due campi. La popolazione a Miglio 46 è ora di 632 persone (144 famiglie). Le autorità iraniane starebbero inoltre valutando di aprire un terzo campo oltre la frontiera, a Pashmakeh, sempre nella provincia afghana di Nimruz. Oltre alle preoccupazioni relative alla sicurezza e alla capacità dei campi all’interno dell’Afghanistan, l’UNHCR teme che le condizioni strutturali nel sito di Pashmakeh possano essere addirittura peggiori che negli altri due, soprattutto per ciò che riguarda la fornitura di acqua. Volo umanitario per il Turkmenistan Un aereo con circa 500 tende e 2.400 sacchi a pelo. donati dal governo svizzero, è atterrato questa mattina all’aeroporto di Turkmenabat, in Turkmenistan. Altri due aerei e 8 camion con aiuti non alimentari dovrebebro arrivare presto a Turkmenabat. Come negli altri paesi della regione, gli aiuti stoccati dall’UNHCR in Asia Centrale possono essere utilizzati sia per le operazioni a favore dei rifugiati nei paesi limitrofi, sia per l’assistenza all’interno dell’Afghanistan, se e quando ciò sarà possibile. Finanziamenti Oltre al recente contributo di 7,1 milioni di dollari – circa 15 miliardi di lire – per i programmi di emergenza nella regione, il Governo italiano ha ieri confermato la donazione di altri 5 milioni di dollari – circa 10 miliardi di lire – per i programmi dell’UNHCR in Iran. Anche il Governo giapponese ha confermato ieri una donazione di 3,3 milioni di dollari per le operazioni di emergenza.


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