Cultura

Afghanistan: inverno tragico per 500 mila rifugiati

Per 550mila afgani, tra rifugiati e sfollati, il prossimo inverno - il primo, dopo anni di esilio, finalmente a casa - sara' una prova durissima da superare

di Redazione

Per 550mila afgani, tra rifugiati e sfollati, il prossimo inverno – il primo, dopo anni di esilio, finalmente a casa – sara’ una prova durissima da superare. E’ quanto e’ emerso da un’indagine condotta in Afghanistan, provincia per provincia, dall’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati (Unhcr) insieme al Ministero per il rimpatrio di Kabul. E’ l”’emergenza casa” a destare grandi preoccupazioni in vista delle rigide temperature invernali, ha spiegato da Kabul il portavoce dell’Unhcr, Laura Boldrini. ”Volevamo distribuire 100mila kit per alloggio – ha spiegato – ma per carenza di fondi ci siamo dovuti limitare a 40mila kit, sufficienti a dare un tetto a 400mila persone”. In realta’ sono ben oltre 2 milioni le persone che, dalla caduta del regime taleban sono tornate in Afghanistan. Di questi, quasi 1,6 milioni di rifugiati afgani che si trovano nei paesi limitrofi (1,4 milioni in Pakistan, 170mila in Iran e 10mila nelle repubbliche centroasiatiche ex sovietiche) hanno beneficiato del programma di rimpatrio volontario avviato nel marzo scorso dal Governo ad interim di Hamid Karzai insieme all’Unhcr. Come rileva l’Unhcr si e’ trattato del ”piu’ massiccio e rapido rimpatrio verificatosi dal 1972” quando quasi 10 milioni di bengalesi rientrarono in Bangladesh, dopo essere fuggiti durante la guerra di indipendenza del paese. ”Pur continuando ad assistere quanti decidono di tornare a casa la nostra politica pero’ non e’ quella di incoraggiare il rimpatrio perche’ la situazione nel paese e’ precaria”, ha tenuto a precisare Boldrini. ”Con la BBC World e la Voice of America, attraverso la radio Pashtun, – ha spiegato il portavoce Unhcr – abbiamo messo su una grossa campagna di informazione per far conoscere la reale situazione del paese agli afgani che stanno in Pakistan o in Iran. Soprattutto per non creare in loro false aspettative perche’ e’ bene che sappiano che al nord del paese ci sono scontri in corso, molti villaggi sono senza acqua ne’ elettricita’ mentre altri sono infestati dalle mine”.


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