Mondo

Afghanistan: gli Ogm dopo le bombe

Il piano di aiuti all'agricoltura realizzato da UsAid prevede l'uso massiccio di sementi transgeniche

di Giampaolo Cerri

Dopo le bombe gli Ogm. Lo zio Sam è accusato di pianificare la transgenetizzazione dell’agricoltura dell’Afghanistan. Lo rivela il Network di comunicazione su le biotecnologie Network di comunicazione sulle biotecnologie in un articolo odierno.
Sotto accusa gli aiuti dell’organismo caritativo statunitense UsAid-United States Agency for International Development che starebbe fornendo sementi geneticamente modificate «per ricostruire l’agricoltura afghana».
Citando una conversazione con France Presse di Andrew Natsios, l’amministratore dell’agenzia, il Network racconta che UsAid ha cominciato a preparare il programma già nel novembre, quando sull’Afghanistan cadevano ancora le bombe.
UsAid avrebbe fondato alcune ong allo scopo, dotandole di un budget di 90 milioni di dollari.
Le sementi Ogm sarebbero state fornite a contadini delle zona di Kamari, circa 30 miglia a Nord di Kabul. «Gli agricoltori sono stati così contenti che hanno già chiesto 200 tonnellate per la prossima semina», ha rivelato il direttore.
Gli Usa hanno già donato all’Afghanistan 296,75 milioni di dollari come parte di 4,5 miliardi e mezzo deliberati nella recente conferenza di Tokyo.
Lo staff di UsAid che lavora sull’agricoltura sarebbe di una decina di persone che sterebbero attualmetnte visitando i villaggi e le zone più devastate.
«I villaggi che ho visitato», avrebbe raccontato uno dei tecnici allo stesso direttore, «hanno subito più devastazioni di quelli che ho conosciuto negli anni precedenti e ho visto tutti gli ultimi conflitti civili salvo quello di Timor Est»
Natsios difende l’uso dei prodotti transgenici in Afghanistan: «L’unico modo in cui noi possiamo sfamare i Pesi in via di sviluppo e aggiornare i sistemi agricoli del Terzo mondo sono gli Ogm».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.