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Afghanistan: Cossiga, no a contingente italiano

L'ex-presidente: «L'intervento in Afghanistan è fallito e Bush pensa solo alle elezioni». Inviare gli alpini equivarrebbe «a dire sì all'intervento in Iraq senza Onu né via libera del Parlamento»

di Giampaolo Cerri

Cossiga non vuole gli alpini in Afghanista. L’ex-presidente Cossiga ritiene infatti che l’intervento Usa in Afghanistan, avendo fallito lo scopo, abbia cambiato natura, e che sia ormai solo un affare privato di Bush, preoccupato per le sorti del suo partito alle prossime elezioni. Il senatore a vita legge inoltre l’invio di truppe italiane in Afghanista come un modo indiretto di partecipazione all’attacco all’Iraq, e questo senza la copertura Onu e il voto del Parlamento italiano. ”Anzi – osserva Cossiga – tutto l’intervento americano in Afghanistan, avendo fallito il suo obiettivo della cattura di Bin Laden e della neutralizzazione di Al Qaida, non puo’ piu’ rientrare nel disegno strategico che aveva raccolto l’adesione di una vasta coalizione, con l’appoggio dell’Onu, per la lotta al terrorismo islamico internazionale. E’ fallita l’operazione di neutralizzazione dei talebani e di stabilizzazione di quel paese. Il controllo dell’Afghanistan e’ diventato solo un affare privato della strategia politica economica americana, un affare privato dell’amministrazione Bush in relazione alle elezione di mid-term che i repubblicani rischiano in queste condizioni di perdere clamorosamente”. ‘ Per Cossiga l’Afghanistan non e’ pacificato “ma teatro di una guerra crudele fatta di lotte tribali, agguati e assassini. Non vedo con quali scopi e fini, se non quella di darci arie di grande potenza politica e militare, noi dovremmo mandare il fiore delle nostre forze armate a combattere una guerra che ormai ci e’ estranea. Inoltre, inviare unita’ delle forze armate italiane in sostituzione di unita’ delle forze armate americane e britanniche, per liberarne la disponibilita’ per un attacco all’Iraq, significherebbe aderire anticipatamente adesso, anche se in forma tortuosa e indiretta, senza un mandato dell’Onu e senza approvazione del Parlamento”. Annuncia voto contrario in Parlamento commentando “che non si possa procedere con una politica estera a pezzi e bocconi”.


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