Formazione

Afghanistan: Bonino, ora il problema è l’oppio

Emma Bonino ha presentato un rapporto sulla situazione del Paese, in cui ha trascorso 3 mesi.

di Chiara Brusini

Lo sviluppo dell’Afghanistan, dopo la svolta delle elezioni parlamentari del settembre scorso, passa da una soluzione al problema dell’oppio. L’emergenza droga è il punto principale individuato dall’europarlamentare Emma Bonino nel suo intervento di venerdì all’Ispi per il dibattito “Afghanistan dopo le elezioni parlamentari”, cui hanno partecipato anche l’ambasciatore a Kabul Ettore Sequi, l’Inviato speciale per l’Afghanistan del ministero degli esteri Anna Della Croce e Sandro Tucci, Senior advisor dell’Ispi che paventa un pericolo: “Il rischio è che l’Afghanistan si trasformi in un ‘narcostato’ come la Colombia”.

Gli introiti afghani per la produzione e il commercio di oppio ed eroina ammontano a 2,3 miliardi di dollari all’anno, circa la metà dell’economia del Paese. “Quasi quanto investe la comunità internazionale nella ricostruzione”, spiega Emma Bonino. Secondo quanto spiegato da Tucci, dal 2001 ad oggi “la produzione di oppio è ripartita”, tanto che “in quattro anni le province che basano la loro agricoltura sul papavero da oppio sono passate da 17 a 32, cioè tutte”. In totale “nel 2005 il Paese produrrà 4.200 tonnellate di oppio” e questo nonostante il fatto che “la superficie utilizzata per questa coltura si sia ridotta del 21%”. Il maggiore rendimento dei terreni ha compensato la perdita.

La quota afghana nella produzione mondiale di oppio è pari all’80-85%. Il problema può essere affrontato in modi diversi, ma certamente è necessario fornire delle condizioni minime per lo sviluppo di un mercato, innanzitutto dando vita a un sistema bancario: “Non esistono banche, quindi nemmeno il credito agricolo – spiega la leader radicale – e i contadini nei fatti dipendono interamente dai mercanti di oppio, gli unici in grado di garantirgli prestiti”. In cambio, naturalmente, di oppio. Tanto che dalla caduta del regime dei Talebani non è affatto diminuita la produzione che ha fatto invece un balzo del 900%.

“Una delle vie possibili – spiega Bonino – è di concedere una quota di produzione dell’oppio destinata alla trasformazione in morfina”. Di pari passo alle condizioni economiche è essenziale lo sviluppo di uno stato di diritto. Per questo la forza internazionale si sta impegnando a riformare l’esercito, le forze di polizia, disarmando le milizie, e dando vita a un sistema giudiziario. Proprio questo aspetto è coordinato dall’Italia, che ha già creato e reso attivo un codice di procedura penale, come ha spiegato l’ambasciatore Sequi, e che sta collaborando a ricostruire fisicamente i luoghi della giustizia: tribunali, uffici giudiziari e carceri.

L’Italia sta si sta anche occupando della formanzione dei giudici. Resta comunque necessaria “una collaborazione attiva della comunità internazionale ancora lunga” afferma Anna Della Croce. E aggiunge: “Il presidente Karzai ha chiesto che le forze internazionali restino nel Paese ancora per 15 anni. È sbalorditivo in confronto ad altre situazioni”. Intanto Bonino è mostra dell’ottimismo per il futuro del Paese: “Durante le elezioni ho visto episodi di dedizione alla libertà che rappresentano indimenticabili lezioni di vita”.

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