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Afghanistan, 14 milioni di bambini lottano contro fame, malattie e sfruttamento
Nel solo 2022 ci sono stati più di 18mila casi di morbillo e 142 bambini sono morti a causa della malattia. Save The Children chiede ai leader mondiali che parteciperanno alla conferenza virtuale dei donatori di domani di raggiungere l'obiettivo di 4,4 miliardi di dollari necessari per alleviare la crisi umanitaria nel Paese
di Redazione
I leader mondiali hanno la possibilità di salvare i bambini afghani dalla fame, dallo sfruttamento e dalla morte se, durante la conferenza virtuale dei donatori che avrà luogo domani, si impegneranno immediatamente per stanziare i fondi necessari per affrontare le cause della crisi economica in corso. Lo afferma Save the Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini in pericolo e per garantire loro un futuro.
Da quando, nello scorso agosto, i talebani hanno preso il potere, la povertà è salita alle stelle e 14 milioni di bambini affrontano livelli di fame che mettono la loro vita a rischio. I genitori sono costretti a fare scelte drastiche per sopravvivere, come ritirare i figli da scuola e mandarli a lavorare, venderli e, nel caso delle femmine, farle sposare precocemente. L'annullamento della scorsa settimana da parte dei talebani della decisione di consentire alle ragazze di tornare a scuola mette ancora più le adolescenti a rischio di matrimonio precoce e nega loro il diritto all'istruzione.
I medici di Save the Children riferiscono che malattie come il morbillo stanno aumentando e mietendo vittime, a causa del mancato accesso dei bambini a cure sanitarie adeguate e alle vaccinazioni di routine. Nel solo 2022, ci sono stati più di 18.000 casi di morbillo e 142 bambini sono morti a causa di questa patologia in Afghanistan.
Molte madri sono anche costrette a partorire in casa perché non possono permettersi il trasporto o le spese mediche, mettendo a rischio sia la propria vita che quella del bambino.
Gulalai ha 25 anni e sei figli e vive in un remoto villaggio nella provincia di Jawzjan, nel nord dell'Afghanistan. Quando ha incontrato Save the Children aveva partorito sua figlia Malika da appena un giorno, in casa, perché la sua famiglia non poteva permettersi di recarsi nell'ospedale più vicino.
Gulalai si è ammalata dopo il parto e Malika piange per la fame. Anche suo figlio di un anno, Ninangyali, non sta bene e soffre di una grave forma di malnutrizione acuta. Sharifa, la madre di Gulalai, ha raccontato che la situazione della famiglia è terribile: “La nostra situazione è pessima: gli uomini della famiglia non hanno lavoro, siamo senza alcun reddito.. [e] abbiamo già speso tutti i nostri risparmi. Ora non abbiamo niente e non ci sono posti di lavoro. Non abbiamo nulla da sfamare i bambini”.
“La nostra più grande preoccupazione è quella di ammalarci. Mia figlia è stata male la scorsa notte, ha bisogno di medicine che non possiamo permetterci. Ora è quasi ora di pranzo e oggi non abbiamo cibo da dare ai bambini. Queste cose ci preoccupano, non sappiamo come andare avanti. Abbiamo bisogno di aiuto – ha aggiunto. L'anno scorso abbiamo dovuto lasciare la nostra casa a causa della guerra e abbiamo vissuto in un campo sfollati nel deserto per circa 20 giorni. In quel momento abbiamo notato che Ninangyali stava dimagrendo, era debole e aveva la febbre. Non stava mangiando niente. Pensavamo di perderlo e non avevamo molte speranze sul fatto che sarebbe sopravvissuto".
Ninangyali ha ricevuto le cure presso la clinica sanitaria mobile di Save the Children. Quando lo ha visto per la prima volta, il dottore ha detto che le sue condizioni erano così gravi che quasi certamente sarebbe morto. L'Organizzazione chiede ai leader mondiali che parteciperanno alla conferenza virtuale di domani di raggiungere l'obiettivo di 4,4 miliardi di dollari necessari per alleviare la crisi umanitaria in Afghanistan. Solo il 13% circa dei fondi necessari sono stati stanziati finora.
“I donatori devono impegnarsi e sostenere generosamente il Piano di risposta umanitaria per il 2022 o i bambini continueranno a morire. La realtà è così semplice e tragica allo stesso tempo che deve far riflettere”, ha dichiarato il direttore di Save the Children per l’Afghanistan, Chris Nyamandi.
“I nostri team non hanno mai visto nulla di simile alla devastazione e alla disperazione a cui stiamo attualmente assistendo. L'economia è crollata lasciando milioni di bambini completamente dipendenti dagli aiuti umanitari. Senza finanziamenti sufficienti per gli aiuti, i bambini continueranno a perdere la vita a causa di malattie prevenibili e malnutrizione.
Gli impegni presi alla conferenza di domani stabiliranno la rotta per il futuro dell'Afghanistan. La comunità internazionale dovrà adempiere ai propri obblighi nei confronti dell'Afghanistan oppure vedremo i bambini afgani cadere di nuovo, dimenticati e abbandonati a sé stessi. Ciò include il mantenimento del loro sostegno all'istruzione, nonostante la revoca dei talebani. Sospendere i fondi per l'istruzione servirà solo a minare l'accesso all'educazione da parte di ragazze e ragazzi”.
“Vogliamo anche ricordare al mondo – ha inoltre aggiunto – che se è vero che i fondi aiuteranno a mantenere in vita i bambini e le loro famiglie, le agenzie umanitarie non possono sostituire un'economia funzionante. Se i governi internazionali non si muovono con urgenza per sbloccare le risorse finanziarie e affrontare la crisi di liquidità, sempre più famiglie afghane sprofonderanno ulteriormente nella povertà e nel debito. Faremo tutto il possibile ma, con il ritmo con cui cresce il bisogno, non possiamo raggiungere tutti i bambini e gli adulti che hanno un disperato bisogno di sostegno per sopravvivere”.
Con l'avvio della Conferenza sugli aiuti, co-ospitata da Nazioni Unite, Regno Unito, Germania e Qatar, Save the Children esorta la comunità internazionale a finanziare interamente il Piano di risposta umanitaria, dando priorità alle aree chiave per i bambini, compresi i servizi di istruzione e protezione, ma anche a rilasciare i beni congelati nell'economia dell'Afghanistan e lavorare per stabilizzare i pilastri chiave del sistema finanziario.
Save the Children sostiene le comunità e protegge i diritti dei bambini in tutto l'Afghanistan dal 1976, anche durante i periodi di conflitto, di cambio di regime e di disastri naturali. L'Organizzazione ha programmi in 10 province e lavora con partner in altre tre province. Dall'intensificarsi della crisi nell'agosto 2021, Save the Children ha ampliato la sua risposta per sostenere il numero crescente di bambini in necessità, con interventi volti a garantire salute, nutrizione, istruzione, protezione e a fornire ai bambini e alle loro famiglie un riparo, acqua, servizi igienico-sanitari, sicurezza alimentare e sostegno per il proprio sostentamento. L’Organizzazione ha raggiunto 1 milione di persone in Afghanistan da settembre 2021.
Credit Foto – Jim Huylebroek / Save The Children
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