Famiglia

Affitti stellari agli immigrati. Treviso off limits

Dopo l’occupazione in Duomo, la Caritas punta il dito contro i prezzi delle locazioni e l’assenza di politiche abitative. Nella città-patria delle case di proprietà.

di Benedetta Verrini

Un bilocale con servizi in affitto, a Treviso, costa in media 550 euro. C?è un doppio mercato, certo. Alle famiglie italiane fidate, si può fare qualcosina di meno. Agli immigrati, no. Loro, se entrano, devono tirare fuori una bella caparra (e se poi si installano in dieci e distruggono l?appartamento?) e un po? di mesi di anticipo. «La situazione è questa. Cosa crede, che quelle famiglie sul sagrato del Duomo siano state le prime ad avere il problema della casa? In questa città è una questione che si trascina da anni, e quando si spegneranno i riflettori, saremo daccapo». Don Bruno Baratto, referente della Caritas tarvisina per l?immigrazione, in questi giorni ha trascorso gran parte del suo tempo a tamponare l?emergenza. Ma è stanco, don Baratto, di vedere che oltre l?emergenza c?è l?indifferenza. E con lui il suo direttore, don Bruno Cavarzan: «C?è un clima diffuso, a livello politico, amministrativo e sociale, di latitanza. Eppure questa gente lavora qui da anni, è in regola, cosa dovrebbe fare, sparire di notte?!». Il fatto che preoccupa maggiormente i due sacerdoti è che per la prima volta sono state sgomberate famiglie: bambini, donne incinte. «Un brutto segno. Prima si trattava di uomini soli, che comunque si arrangiavano» dice don Baratto. «Ma l?amministrazione locale non vuole capire che l?immigrazione che abbiamo adesso, alla faccia della Bossi-Fini, è fatta di famiglie. E per loro servono politiche abitative, investimenti per costruire un vero percorso di convivenza, che parta dalla casa per arrivare ai servizi sociali e alla scuola. Certo, oggi siamo lontanissimi da questo. Mi risulta che pochi anni fa la giunta avesse deciso, a livello programmatico, di non fare nulla nel settore delle politiche per l?immigrazione, in modo che ne arrivassero il meno possibile». Beh, non devono proprio aver centrato l?obiettivo se adesso a Treviso e provincia lavorano circa 35mila immigrati? «Certo, e il problema casa è il più drammatico. Gli alloggi sfitti ci sono, ma i proprietari non si sentono abbastanza tutelati: temono che gli interni vengano rovinati e sanno che andranno incontro a problemi con i vicini» aggiunge don Cavarzan. «Così si arriva a questi canoni mensili improponibili» spiega il suo collega. «Come fa una famiglia di immigrati con uno stipendio mensile di 6-700 euro, a mantenersi decorosamente? Affitti così sono salati persino per gli italiani? Ma qui, in fondo, siamo nella patria delle case di proprietà. Tutti i trevigiani sono fieri della loro casa. E magari, molti hanno dimenticato che l?hanno comprata grazie alle rimesse dei parenti emigrati».


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