Politica
Affidi e comunità per minori: commissione d’inchiesta, ancora tu?
La Camera sta esaminando la proposta di istituzione di una nuova commissione d'inchiesta su affidi, case famiglia e dintorni, figlia dell'estate di Bibbiano. In realtà negli ultimi 15 anni non c'è stata legislatura che non abbia messo sotto la lente il tema. Davvero serve ripartire di nuovo daccapo? Ecco l'impressionante cronologia
Minori allontanati, case famiglia, comunità e affidi… mercoledì 25 settembre le Commissioni riunite II e XII (Giustizia e Affari sociali) della Camera hanno avviato l’esame della proposta di legge che chiede di istituire una commissione bicamerale di inchiesta su questi temi. Le proposte sono tre: la proposta di legge AC 2070, a prima firma di Massimiliano Romeo (Lega), che l’aveva presentata a fine maggio, lanciata da Salvini, già approvata dalle Commissioni riunite I e II del Senato e le abbinate proposte di legge AC. 1731 a firma Riccardo Molinari (Lega) e AC. 1887 a firma Stefania Ascari (M5S). Qui il dossier collegato, redatto dal Servizio Studi della Camera. Ad esse potrebbe presto aggiungersi anche la proposta AC. 2007 depositata lo scorso 22 luglio da Fratelli d’Italia.
Quella delle indagini conoscitive attorno alla attuazione della legge 149 è una storia infinita. Non c’è legislazione, negli ultimi 15 anni, che non abbia messo in piedi una indagine conoscitiva sull’affido e sui minori fuori famiglia: senza che mai poi alcuna decisione ne sia derivata. La prima partì il 15 maggio 2003, era premier Berlusconi, la legge era stata rivista da appena due anni e venne chiamata “Indagine conoscitiva su adozioni e affidamento”. Poi toccò ancora a Berlusconi, Prodi, Monti, e due volte a Renzi. Qui sotto e in allegato, la pagina sul numero di VITA in edicola, dedicato ai minori fuori famiglia, che ripercorre questa incredibile cronologia: “Commissione d'inchiesta, ancora tu?".
Foto Unsplash
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.