Cultura

Adriano, gli italiani anche a tavola ti ringrazieranno

Il più famoso agricoltore biologico d'Italia interviene nella polemica scatenata da Celentano contro i cibi transgenici. "Ha reso un servizio a tutti, mettendoci all'erta"

di Redazione

Cerco di mandare a memoria, spulciando i miei appunti, il monologo che ha inaugurato il nuovo show di Celentano. «Qui nessuno è libero. Io sono libero perché posso entrare nelle vostre case e vi parlo, ma voi non potete parlare con me. Cos’è allora la libertà? (…) Nella medicina, è vero, ci sono stati passi da gigante per eliminare il dolore, ma state attenti perché nei pochi casi in cui il dolore non può essere eliminato, questi eliminano il paziente. In Olanda hanno approvato la legge sull’eutanasia. Qui si scivola verso la morte. Attenzione il valore della vita è sacro, non può trionfare il business. Bush è un presidente per cui persino la morte è business. (…) Attenzione alle leggi sbagliate che vanno contro di voi: quella sulla donazione degli organi, per esempio. Una legge per cui vale il silenzio-assenso. Cioè, se io non voglio donare gli organi ma mi dimentico di dirlo…». Brandelli di un monologo che, com’era prevedibile, non smette di far discutere. Nessuno ha ricordato che Pier Paolo Pasolini, a riguardo di una legge meno fondamentale, quella che anticipava il voto a diciotto anni, aveva addirittura parlato di “vampirismo politico”. Ma erano altri tempi, discutere era una sana passione.
Secondo me Celentano ha ragione a parlare del business che viene prima di tutto. Che cos’è, infatti, la legge sulla donazione degli organi, se non l’avvio di una vera e propria industria dei trapianti? Anch’io quando si sventola la parola scienza e scienziato ho spesso paura e mi chiedo cosa si nasconda dietro tanta propaganda, quale “progresso” senza limiti ci stiano preparando. Dulbecco, è per me un nome sinistro come Coca Cola o McDonald’s!
È vero, erano temi delicati, eppure Celentano ne è stato all’altezza. Le prostitute? Quelle che ci precedono nel Regno dei Cieli? Lo avrei abbracciato, non ho mai visto nessuno affrontare il tema in maniera così delicata: ha dedicato loro la sua canzone più bella, due parole, due sorrisi, le telecamere sui loro volti come carezze. La scenografia faceva respirare a tratti la saggezza di Ceronetti: «Cos’è l’umanità contemporanea? Un blocco di alcuni miliardi di ergastolani con differenti ore d’aria condizionata».
Grazie a Celentano anche Carlin Petrini parla di biologico, dopo averlo snobbato per tanti anni. Avrà finalmente capito che in un’epoca in cui si parla di tracciabilità degli alimenti, il biologico è l’unico settore che lo fa davvero attraverso la certificazione di nove organismi autorizzati. Certo, il tema dei cibi ogm è molto delicato e difficile, occorrerebbe tempo e preparazione specifica per trasmettere ai telespettatori qualche riflessione fondata. Ma questo non rientra nei compiti di Celentano, lui ha già reso un servizio dicendo «Ué, state attenti a quel che mangiate, non prendete tutto a scatola chiusa. Sui risultati delle ricerche scientifiche e sulla loro applicazione riflettiamo cosa fare affinché servano il bene di tutti e non il bene di pochi».
Dio ti benedica, Celentano, sei un artista e in quanto tale hai affrontato questi temi. Un artista che ha detto agli scienziati che non possono permettersi di poter decidere da soli sull’utilizzazione delle loro scoperte.
Sul transgenico come si possono avere idee così idiote come quelle manifestate da Giuliano Ferrara? Come non si fa a non capire che il transgenico è il figlio primogenito della legge peggiore emanata in tutto il secolo scorso? Quella sulla brevettabilità delle forme viventi animali, vegetali, e anche umane anche separatamente dalla loro interezza. Come si fa a non capire che gli scopi sono primariamente, se non esclusivamente economici? Ha ragione Celentano: svegliatevi, perché siete considerati consumatori passivi e comperate tutto a scatola chiusa.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.