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Adozioni: sparisce il tetto di spesa dalle linee guida per gli enti

Il testo presentato è più morbido rispetto alla bozza. E di costi si riparla nel 2002

di Benedetta Verrini

La Commissione adozioni corregge il tiro sulle linee guida a uso degli enti autorizzati. Le regole che avrebbero dovuto, una volta per tutte, fissare parametri certi nelle procedure e stabilire un tetto ai costi per l?adozione, sono state ?ammorbidite? prima della presentazione ufficiale che la presidente Melita Cavallo ha fatto la scorsa settimana a Catania. Almeno, questa è la sensazione che emerge comparando la bozza iniziale del protocollo (rimasta in visione per qualche settimana presso gli enti autorizzati) e quella, peraltro non definitiva, illustrata dal giudice Cavallo. La differenza più eclatante riguarda proprio i costi: mentre la bozza iniziale invitava gli enti a contenere le spese entro i dieci milioni di lire (esclusi viaggio e soggiorno), il nuovo documento spiega che ?la Commissione si riserva di dare indicazioni concrete solo dopo che gli enti avranno proceduto alla puntuale e dettagliata compilazione della scheda costi?, da consegnare entro il 30 luglio del 2002. Morale: fino alla prossima estate gli enti potranno continuare a praticare le tariffe che vogliono. Le linee guida correggono il tiro anche sull?estensione dei confini di operatività degli enti. Mentre il protocollo iniziale parlava di ?superamento nel breve periodo? della regionalizzazione degli enti (soltanto Ciai, Ai.Bi. e Istituto La casa sono autorizzati a operare nell?intero territorio nazionale), alla fine la Commissione ha deciso che la questione sarà risolta solo ?quando si sarà verificato che il rapporto enti-servizi è stato instaurato e mantenuto a prescindere da una struttura logistica nella regione? e, nel frattempo, invita ogni ente a indicare almeno un referente in ogni regione in cui è stato autorizzato e non ha una sede. L?Autorità centrale per le adozioni internazionali ha dovuto anche prendere atto che l?alto numero di enti e la conseguente frammentazione degli interventi penalizza il sistema. Fino a pochi giorni fa gli enti autorizzati erano 56, ma sono già saliti a 57, dopo la recente autorizzazione a un nuovo ente di Pesaro che opererà in Bielorussia. La legge 476 non ha fissato un tetto massimo di enti, pertanto la Commissione non può negare l?autorizzazione in presenza dei requisiti. Le linee guida, allora, oltre ad auspicare un confronto con gli enti, prospettano la possibilità di coordinamenti spontanei per aree geografiche, in modo da coordinare lavoro e servizi (in Veneto si sono già consorziati quattro enti: I bambini dell?Arcobaleno, Nadia, Nova e Ami, per organizzare insieme i corsi di formazione). Le undici pagine di linee guida (che fissano molti altri aspetti burocratici e organizzativi), intanto, riceveranno il via libera ufficiale della Commissione entro il mese di dicembre, a Roma. Info: www.commissioneadozioni.it


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