Mondo
Adozioni/Romania: una commissione per risolvere i casi pendenti
L'ha annunciata il nuovo premier, Tariceanu, spiegando che ne faranno parte rappresentranti Unicef. Ci sono diverse coppie italiane in attesa di una soluzione
Il primo ad affrontare politicamente la questione è stato, nell’ottobre 2004, il premier francese Jean Pierre Raffarin. Preoccupato per la situazione di circa 130 coppie francesi che avevano già avviato procedure di adozione in Romania e poi erano rimaste ?bloccate? dalla legge sulla protezione dell’infanzia che dal 2005 ha definitivamente vietato l’adozione internazionale di minori rumeni, Raffarin ha ottenuto alcune assicurazioni sul problema.
Forte del fatto che la Francia ha manifestato il proprio appoggio alla Romania per l’ingresso nella Ue nel 2007, e il primo ministro ha spinto per la costituzione di una commissione internazionale al fine di esaminare le documentazioni proposte dalle coppie e rimaste bloccate.
Una svolta, questa, che potrebbe andare a risolvere anche la difficile situazione di alcune coppie italiane (sarebbero 27), in angosciosa attesa di sapere se potranno accogliere i bambini con cui erano state abbinate. Rimaste in una terra di nessuno, politica e giuridica, che sembra molto difficile da risolvere, queste coppie ora sperano che la costituzione di una commissione preposta a vagliare le pratiche sospese possa portare presto a una soluzione. Il problema, infatti, non riguarda solo le famiglie in attesa, ma anche le decine di bambini in orfanotrofio cui era stata promessa una nuova vita e che ora, giorno dopo giorno, perdono sogni e speranze.
Il 14 gennaio scorso, il nuovo premier Calin Popescu Tariceanu, ha dato importanti rassicurazioni e riconfermato la strada della commissione super partes: ”Non dimentico quelle famiglie straniere che avevano avviato i preparativi per adottare bambini romeni prima della moratoria sulle adozioni internazionali?, ha dichiarato. ?Tutti questi casi saranno analizzati uno per uno e saranno considerati come eccezioni all’attuale legge. Questo compito sara’ affidato a una commissione di esperti di cui faranno parte specialisti del Fondo delle nazioni Unite per l’Infanzia, Unicef”.
Nessuna speranza invece, almeno per ora, per una modifica della legge di blocco delle adozioni: ”La legge sulle adozioni internazionali e’ stata adottata dal governo precedente dopo le numerose richieste dell’Unione europea. L’esecutivo che sto dirigendo non cambiera’ questa legge?, ha affermato Tariceanu, riconfermando la linea politica del suo predecessore, Adrian Nastase.
Entrata in vigore dall’1 gennaio 2005, la legge prevede che, per prima cosa, si cerchi di mantenere il bambino nella sua famiglia naturale e, se non sara’ possibile, almeno in quella allargata, con una sistemazione presso gli zii o i nonni. Se anche tale soluzione non sara’ possibile, verra’ cercata una famiglia adottiva nazionale. Le adozioni internazionali rappresentano l’ultima soluzione e sono limitate a parenti dei bimbi in adozione che vivano all’estero. La nuova legge vieta del tutto le adozioni internazionali nel caso di bimbi che non hanno compiuto due anni. Sono state escluse dal processo di affidamento le organizzazioni di ogni tipo, mentre e’ stato creato l’Ufficio romeno per le adozioni, che avra’ il compito di sorvegliare e approvare tutte le adozioni, sia all’ interno sia all’ estero. Secondo i dati ufficiali, circa 30 mila bambini romeni sono stati affidati all’estero dal 1989 (l’anno della fine del regime comunista). Attualmente sono affidati alle cura dello Stato almeno 40 mila minorenni abbandonati o orfani.
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