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Adozioni Romania: il resoconto di Marida Bolognesi da Bruxelles

"La commissione per l'allargamento ha usato un atteggiamento punitivo nei confronti di Bucarest. E il risultato è stato la negazione di un diritto per 98mila minori"

di Benedetta Verrini

“Sull’affare Romania siamo scandalizzati. Una cosa è garantire la massima trasparenza nel meccanismo adottivo. Un’altra è vietare completamente l’adozione internazionale”. Sono i commenti dell’onorevole Marida Bolognesi (Ds), rientrata da pochi giorni da Bruxelles, dove si è recata in delegazione con altri membri della Commissione Parlamentare per l?Infanzia (la presidente Maria Burani e il senatore Flavio Tredese).

Obiettivo della visita è stato un colloquio con la commissione parlamentare per l’allargamento, “perché da tempo avevamo percepito, da parte di questo organismo, un atteggiamento punitivo nei confronti della Romania” commenta la parlamentare. “E i risultati si sono visti. Invece di affrontare il problema infanzia, le autorità rumene hanno subito la pressione della rapporteur Emma Nicholson e hanno finito per approvare una legge che elude il problema, senza risolverlo”.
Nella definizione della normativa rumena, che di fatto impedisce le adozioni internazionali, “ha avuto un ruolo determinante proprio la Commissione Europea”.

Ora i membri della Bicamerale per l’Infanzia promettono scintille: hanno richiesto un incontro urgente con Romano Prodi (il quale, peraltro, nelle scorse settimane non ha risposto ai ripetuti appelli delle organizzazioni per l’infanzia, come la raccolta di firme inviata da AiBi) e intendono “fare pressione a livello di gruppi parlamentari europei, da quello socialista a quello popolare, per risolvere questa grave violazione dei diritti dei minori” aggiunge la Bolognesi. “Perché questo divieto va ad annientare, prima di tutto, i diritti dei 98mila bambini negli istituti rumeni. Va a cancellare il loro diritto fondamentale ad avere una famiglia, sancito dalla Convenzione di New York come da quella dell’Aja”.

La Bolognesi racconta che la risposta ricevuta dalla commissione per l’allargamento (in cui mancava la Nicholson, in attesa di nomina dopo la rielezione), peraltro, è stata di tutt’altro tono: “Dopo le nostre osservazioni, ci è stato risposto che l’adozione non è un diritto. Ma questo ci scandalizza ancora di più, perché noi ci siamo messi proprio nella prospettiva dei minori, e non del “diritto” degli adulti ad adottare”.

E il pensiero della parlamentare va ai tanti bambini rumeni che erano già attesi in Italia, cui era già stata presentata una famiglia adottiva e prospettata una vita diversa. “Mi risulta siano circa 40 le famiglie italiane rimaste “sospese” da questo provvedimento. E che ora, insieme ai bambini che si trovavano in attesa di partire, vivono giorni davvero drammatici. Mi auguro si possa sciogliere questa situazione”.

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