Mondo

Adozioni più facili. Silvio, ricordi?

Nel 2001 Berlusconi fece affiggere numerosissimi manifesti contenenti una promessa poi non mantenuta.

di Riccardo Bonacina

Buongiorno, siamo una coppia di futuri genitori adottivi, solo ieri credevamo che la nostra meravigliosa avventura stesse per cominciare perché siamo stati chiamati in udienza al tribunale per l?idoneità. Purtroppo prima di andare in tribunale abbiamo letto insieme alle assistenti sociali la nostra relazione. Abbiamo constatato con stupore che la valutazione del gruppo di esperti riportava nella relazione una serie di perplessità che mio marito, da persona consapevole e matura, aveva espresso al momento di uno dei colloqui, delle perplessità relative alla sua età (52 anni), al tipo di vita (docente universitario) che lo trattiene spesso fuori. Insomma, quella che per lui era stata una sorta di cammino di iniziazione verso la paternità e quindi una maniera di prepararsi a questa e di interrogarsi costruttivamente, è diventata nella relazione una limitazione della sua e nostra capacità adottiva. Nonostante questo, siamo andati, subito dopo questa penosa lettura, al tribunale per l?udienza: i giudici hanno espresso il loro parere incondizionato per una idoneità senza vincoli, ma quanto peserà questa relazione nel quadro della nostra volontà di portare a termine il nostro progetto di adozione internazionale? Io temo molto e mi domando se sia giusto che una o due persone abbiano il diritto di spezzare il sogno di una vita. Susanna, email Carissima Susanna, pubblico la sua lettera perché ben riassume il contenuto di tante altre missive (su carta e via e mail) che riceviamo in redazione. In quasi tutte le vostre lettere emergono tre sostanziali messaggi. Il primo, è che c?è una tendenza preoccupante a considerare l?adozione come la realizzazione di un sogno di una coppia o di una famiglia. Non è così: innanzitutto è la realizzazione di un sogno e di un diritto del bambino. Non scordatelo mai. Il secondo messaggio è inequivocabilmente il fatto che adottare in questo Paese è percorso difficile, farraginoso, burocratizzato, e perciò anche umiliante ogni più sincero desiderio e aspettativa. Infine, nessuno gliene chiederà, forse, conto, ma Berlusconi nel 2001 tappezzò l?Italia di manifesti con lo slogan, molto equivoco ma anche molto efficace, che recitava «Adozioni più facili». Una promessa in tutta evidenza tradita, inevasa. E noi siamo convinti che gli costerà più voti di ogni altra promessa tradita.


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