Famiglia

Adozioni, non solo un problema d’età

Il problema della nuova legge che ha innalzato a 45 anni la differenza d'età tra genitori e figli adottivi.

di Marco Scarpati

Siamo una coppia che ha intrapreso la lunga odissea dell?adozione. Io ho 56 anni e mia moglie 49, sapendo che la nuova legge aumenta a 45 anni la differenza di età, nel febbraio del 2001 abbiamo presentato domanda al Tribunale di Roma. Dopo vari incontri con assistenti sociali e psicologi la domanda è pervenuta al Tribunale e nel maggio 2002 siamo stati convocati dal giudice. Noi siamo disposti ad adottare un bambino intorno agli 8, 9 anni, oltre si creerebbe un problema con l?adolescente. Il giudice non era informato dell?uscita della nuova legge e sosteneva che era in vigore quella vecchia. Pietro R. (Roma) La normativa in vigore in materia di adozione prevede che l?adozione sia consentita a coniugi che abbiano superato di 45 anni l?età dell?adottando. L?adozione non è però preclusa qualora uno dei coniugi abbia superato il limite di non più di dieci anni, ovvero quando si adottino più bambini (limitatamente a quello – o quelli – più piccoli), ovvero quando i coniugi abbiano già un bambino in età minore. Inoltre, non sono posti limiti qualora dalla mancata adozione derivi un grave danno al bambino (quale il non venire più adottato). Fin qui la legge, che garantirebbe alla coppia di lettori un bel bambino di 4 anni. La prassi è però del tutto diversa e, a parere di chi scrive, neppure per motivi strampalati. Raramente un giudice minorile o una associazione autorizzata all?adozione internazionale, in presenza di un eccesso di coppie rispetto ai bambini disponibili, consegnerà senza problemi un bambino molto piccolo a una coppia attempata. Nessuna valutazione di disprezzo verso la terza età, ma da più parti si ritiene che l?adozione debba imitare il più possibile la natura, nella quale, di norma, genitori del primo bambino lo si diventa nella fascia che va da 20 a 40 anni. Così, come era facile prevedere, la nuova legge non ha voluto permettere adozioni a età indiscriminate, ma fare in modo che a un naturale allungamento della vita e a un consequenziale ampliamento della fascia di natalità naturale, seguisse un adeguamento che permettesse anche agli adottanti di adottare fino a 45 anni un neonato. Ciò però non ha voluto permettere che si assistesse a un fenomeno simile all?indisciplinata fecondazione artificiale, che permette a coppie di sessantenni di avere figli in tenera età. Ci pensi la coppia che ha scritto. Se a loro verrà consegnato un bambino di 4 anni quando il piccolo si troverà nell?età più dura (la fascia dai 13 ai 20 anni) il padre si troverà ad avere dai 63 ai 70 anni. E difficilmente potrà mai aiutarlo nella predisposizione di quell?altro importante evento che per ogni adottato è la trasformazione da figlio a genitore. I coniugi parlano di un bambino di 8 o 9 anni. E perché non di 11, visto che non colgo le differenze. Fra l?altro se effettivamente fossero disponibili per un bambino in tale fascia di età, con ogni probabilità questi arriverebbe presto e senza grossi intoppi. Perché tutti vogliono bambini piccoli o piccolissimi scordando quello che dice il profeta: che c?è un tempo per ogni cosa. Anche per diventare genitori, aggiungerei io.


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