Mondo

Adozioni mancate:ora i genitori chiedono i danni

Bielorussia.Inedita iniziativa dell'associazione Cicogna

di Sara De Carli

Quanto fa male la promessa mancata di avere finalmente una famiglia? Secondo 16 famiglie in possesso dell?idoneità ad adottare in Bielorussia, fa male, e un giudice dovrà dire quanto. Hanno infatti presentato ricorso alle autorità di Minsk per avere il risarcimento di danni morali e materiali arrecati sia a loro, sia ai minori che dovevano adottare.

Nuova strategia per le famiglie che dal 2004 attendono di adottare un bambino bielorusso: adesso si passa alle vie legali. Su questa nuova strada, mai sperimentata prima, si è avviato un manipolo di sole 16 famiglie, tutte in carico all?ente Associazione Cicogna, con sede a Lanciano. L?iniziativa è ancora allo stadio di perfezionamento, ma se tutto fosse confermato questa via potrebbe essere scelta anche dalle altre famiglie in attesa, che sono in tutto 600.

La procedura è quella di un ricorso alle autorità bielorusse per chiedere il risarcimento dei danni morali e materiali arrecati sia alle famiglie italiane, sia ai minori bielorussi. Il presupposto è questo: nel 2004 il Centro nazionale adozioni di Minsk ha rilasciato ai bambini in questione lo stato di adottabilità, dichiarando fallite tutte le ricerche possibili per trovare loro una famiglia con l?adozione nazionale. Non essendo ciò stato possibile, Minsk autorizzava l?adozione nominativa di quei bambini presso una famiglia italiana.

La Commissione adozioni internazionali, di conseguenza, autorizzava il proseguimento della procedura. «Di fatto la Bielorussia ha dato alle famiglie la certezza matematica del buon esito dell?adozione», spiega Vittorio Salvatore, presidente dell?Associazione Cicogna. «Dopo quattro anni, invece, ha cambiato idea. Le condizioni non sono mutate, i minori si trovano sempre in istituto, ma la Bielorussia ha restituito alle famiglie l?intera pratica, senza spiegazioni». Da qui la decisione di dare il via ai ricorsi: attraverso un legale romano, a metà febbraio.

«Abbiamo dovuto ritirare le pratiche perché la denuncia deve partire direttamente da un legale bielorusso, visto che l?atto contestato è stato commesso in Bielorussia. Ci stiamo attivando», prosegue Salvatore.

Già risolto invece quello che pareva un secondo ostacolo: siccome il minore adottabile è in affido temporaneo presso un tutore, il danno non può essere chiesto dalle famiglie adottanti. Inverosimile pensare che lo possa chiedere il tutore, bielorusso: bisogna rinunciarvi? «No», risponde Salvatore. «Siccome i minori in questione hanno tutti più di 13 anni, il danno lo possono chiedere loro stessi. Si tratta quindi di depositare due procedure distinte, una a nome del minore e una a nome della famiglia, entrambe in Bielorussia».

Diversamente da altri enti, l?Associazione Cicogna non ha intenzione di mollare: «Ben 120 famiglie si sono rivolte a noi per adottare un bambino in Bielorussia, e finché c?è un minimo spiraglio io resisto», dice il presidente. «Le famiglie si sono affidate a noi, e noi restiamo al loro fianco nella buona e nella cattiva sorte».

Per saperne di più:
www.associazionecicogna.it


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