Famiglia

Adozioni in Romania, la Ue fa dietrofront

Un gruppo di europarlamentari ammette l’eccessiva pressione sul governo rumeno. E sta raccogliendo firme per chiedere a Bucarest di tornare sui suoi passi

di Matteo Manzonetto

«Un nostro errore, a cui vogliamo porre rimedio»: alcuni eurodeputati si sono pentiti delle pressioni fatte a suo tempo sulla Romania perché adottasse l?attuale legge sulle adozioni. Pressioni che hanno avuto un effetto contrario a quello auspicato, e ora all?interno dell?assemblea si stanno raccogliendo le firme per chiedere a Bucarest di tornare sui suoi passi. Riassumiamo come sono andate le cose. Affidandosi al rapporto della deputata liberale britannica Emma Nicholson sull?adesione della Romania all?Ue, l?Euroassemblea e la Commissione Europea fecero pressioni su Bucarest affinché vietasse le adozioni internazionali, teoricamente per impedire la corruzione dei funzionari. Una mossa che però ha generato la grave emergenza sociale dei bambini abbandonati. La Romania infatti non riesce a dare condizioni di vita dignitose agli oltre 100mila bambini abbandonati, che invece potrebbero ritrovare un?esistenza normale tramite l?adozione. «è come se», si legge in un documento di Amici dell?adozione, «per impedire l?arricchimento delle cause farmaceutiche, si proibissero le medicine. Oggi in Romania c?è proprio questo: per impedire la corruzione, si è deciso di eliminare la medicina, ovvero le adozioni». Per porre una prima pezza all?errore fatto in passato, alcuni europarlamentari (Cavada, Giabult, Tannock, Baron-Crespo), hanno depositato una dichiarazione scritta in cui chiedono alla Romania di permettere per lo meno il completamento dei procedimenti di adozione avviati prima della contestata legge. Si tratta di alcune centinaia di casi (di cui una sessantina riguardano famiglie italiane) di genitori che hanno già preso contatto con il bambino che avrebbero dovuto adottare, e che ora, in alcuni casi, non possono nemmeno più visitare. La dichiarazione scritta, se raggiungerà le 366 firme entro inizio luglio, verrà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Ue, mettendo pressione per fare tornare Bucarest sui suoi passi. Di certo non è cosa facile, visto che c?è un certo ?orgoglio legislativo? delle autorità locali, ben comprensibile se si considerano le continue pressioni e ingerenze sulla sovranità dello Stato romeno.


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