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Adozioni: guida alla nuova legge (5a puntata)

I figli adottati, dopo i 25 anni, possono accedere alle informazioni sulla propria origine. E' un'altra delle novità della riforma

di Benedetta Verrini

L’articolo commentato: Art.24 Comma 1 Il minore adottato è informato di tale sua condizione ed i genitori adottivi vi provvedono nei modi e nei termini che essi ritengono più opportuni. Comma 4 Le informazioni concernenti l’identità dei genitori biologici possono essere fornite ai genitori adottivi, quali esercenti la potestà dei genitori, su autorizzazione del tribunale per i minorenni, solo se sussistono gravi e comprovati motivi. Il tribunale accerta che l’informazione sia preceduta e accompagnata da adeguata preparazione e assistenza del minore. Le informazioni possono essere fornite anche al responsabile di una struttura ospedaliera o presidio sanitario, ove ricorrano i presupposti della necessità e della urgenza e vi sia grave pericolo per la salute del minore. Comma 5 L’adottato, raggiunta l’età di venticinque anni, può accedere a informazioni che riguardano la sua origine e l’identità dei propri genitori biologici. Può farlo anche raggiunta la maggiore età, se sussistono gravi e comprovati motivi attinenti alla sua salute psico-fisica. L’istanza deve essere presentata al tribunale per i minorenni del luogo di residenza. Comma 7 L’accesso alle informazioni non è consentito se l’adottato non sia stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale e qualora anche uno solo dei genitori biologici abbia dichiarato di non voler essere nominato, o abbia manifestato il consenso all’adozione a condizione di rimanere anonimo. Genitori naturali, niente più segreti Ricordate il film “Segreti e bugie”? La protagonista, Hortense, era una giovane optometrista di colore, che alla morte della madre adottiva si metteva alla ricerca della madre naturale che l’aveva abbandonata appena nata. E riusciva a ritrovarla. Cynthia era una donna bianca, matura, di bassa estrazione sociale e dall’esistenza infelice. Quello che succedeva dopo il primo, goffo, incontro era lasciato poesia della finzione cinematografica: Hortense e Cynthia superavano il dramma delle bugie e dell’abbandono e trovavano la forza di volersi bene, nonostante tutto. Il bellissimo film di Mike Leigh ha affrontato il tema della ricerca delle proprie radici avendo come base una legge inglese della metà degli anni Settanta, che consente a chiunque sia stato adottato di risalire ai propri genitori naturali. Da poche settimane questo è possibile anche in Italia. La riforma delle adozioni infatti consente a chi ha compiuto 25 anni di conoscere l’identità dei propri genitori biologici. Una vera rivoluzione culturale, oltre che una novità legislativa, dal momento che nel vecchio testo della legge 184 era posto un divieto assoluto di risalire all’identità dei genitori biologici, e il loro diritto a conservare l’anonimato era considerato prevalente rispetto all’interesse del figlio di conoscere le proprie origini. “E’ stata trovata una soluzione molto equilibrata – commenta l’onorevole Anna Serafini, relatrice alla Camera del disegno di legge che ha costituito il testo della riforma – Da un lato, infatti, questo provvedimento ha ribadito la piena legittimazione sociale della famiglia adottiva, dall’altro ha rimesso a fuoco l’interesse dell’adottato a non avere alle spalle soltanto un ‘buco nero’. Attualmente, ci sono Paesi europei che danno la possibilità di ritrovare queste informazioni con una procedura amministrativa estremamente semplificata, attraverso appositi registri, al compimento della maggiore età – continua Serafini – Il nuovo testo della 184 presenta una disposizione, a mio avviso, molto più equilibrata: il diritto dell’adottato arriva fino a un certo punto ma non può infrangere, ad esempio, quello della madre che non l’ha voluto riconoscere alla nascita”. Il figlio adottato (sia attraverso adozione nazionale che internazionale) può conoscere l’identità dei suoi genitori biologici dopo un’istruttoria del tribunale per minorenni volta ad accertare che la cosa non “comporti grave turbamento all’equilibrio psicofisico del richiedente”. Vengono definiti anche i casi in cui l’accesso alle informazioni può essere anticipato prima dei 25 anni: possono farne richiesta i genitori adottivi del minorenne “se sussistono gravi e comprovati motivi” o il ragazzo che ha già compiuto i 18 anni per motivi di salute. “E’ stato posto il limite dei 25 anni perché il soggetto possa giungere a questa decisione in una fase più adulta e consapevole della vita”, precisa Anna Serafini. “Il tribunale per i minorenni è stato messo al centro dell’intera procedura in modo da verificare che sussistano tutte le condizioni per autorizzare l’accesso. I limiti che restano riguardano o la tutela della stesso adottato (si pensi a un soggetto che debba sapere di un abbandono particolarmente traumatico) o la tutela della madre, che conserva il suo diritto di partorire nel pieno anonimato”. Secondo il servizio “Madre Segreta” della provincia di Milano, la realtà delle madri che decidono di restare anonime ha un’incidenza statistica pari a 400 casi all’anno. “Rappresentano circa il 40% delle donne che si trovano in gravi difficoltà psicologiche e personali di fronte a una gravidanza – spiega Matilde Guarnieri, psicologa responsabile dell’iniziativa – Oggi la rete dei servizi attivata da Madre Segreta su tutto il territorio nazionale garantisce un supporto psicologico adeguato e un parto assistito in una struttura ospedaliera. In questo modo, non solo si offre una protezione a una donna in condizioni di disagio, e si prevengono gli abbandoni traumatici”. Sull’importanza di rispettare l’anonimato della madre è d’accordo Giovanni Bollea, neuropsichiatria infantile, secondo cui la norma serve proprio a tutelare la situazione di chi si trova in estrema difficoltà, “si tratta di donne che porteranno sempre dentro di loro una ferita profonda ma che davanti all’alternativa estrema dell’aborto hanno preferito la strada dell’anonimato, offrendo una possibilità di vita e di felicità al loro figlio”. Info: Per una guida completa alle adozioni è disponibile nelle librerie Feltrinelli il testo “Chi mi adotterà?” a cura di Patrizia Fraioli ed. Icone.


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