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Adozioni gay, il Ciai: “una legge a misura di adulto”

La più storica associazione che si occupa di adozioni chiede una riflessione sulla svolta svedese: "temiamo che si possano utilizzare i bambini come strumenti di rivendicazioni sociali"

di Benedetta Verrini

La notizia dell’approvazione della legge svedese che consentirà alle coppie omosessuali di procedere all’adozione, anche internazionale, continua a sollevare critiche e perplessità da parte degli “addetti ai lavori”.

Tra questi il CIAI, Centro Italiano Aiuti all?Infanzia, l?associazione che per prima (nell?ormai lontano 1968) ha iniziato a svolgere pratiche di adozione internazionale in Italia. In un comunicato, il Ciai chiede una pubblica riflessione sull’argomento: “Il provvedimento svedese è stato emanato sulla base dell?esigenza di offrire parità di diritti a tutti i cittadini, senza discriminazioni di genere. Ma non è quindi, ancora una volta, una legge che tiene conto delle esigenze degli adulti e non di quelle dei bambini?”

“Non esistono studi che provino che esista un qualche legame tra l?orientamento sessuale dei genitori e quello dei figli.
Questi studi si riferiscono a realtà sociali molto diverse da quella italiana dove ancora oggi sarebbe ipocrita non ammettere che le coppie omosessuali non sono veramente completamente inserite nel tessuto sociale; pur nel rispetto della libertà assoluta dei cittadini adulti di scegliere il proprio partner senza condizionamenti di sorta, temiamo che si possano utilizzare i bambini come strumenti di rivendicazioni sociali”.

“La famiglia classica ?un padre, una madre, dei figli- non è più così diffusa nemmeno nel nostro paese.
I bambini che hanno vissuto esperienze di abbandono hanno bisogno di punti fermi, di sicurezze, in una parola di ?normalizzazione?. Se questi bambini hanno anche caratteristiche somatiche che li differenziano dai coetanei la loro richiesta di ?normalità? è ancora più sentita. Bisognerebbe tenere conto di questa esigenza prima di pensare che ?tanto è sempre meglio di un istituto?.

“Se qualcuno riterrà che valga la pena di iniziare a ragionare sulla possibilità di introdurre normative come quella svedese anche nel nostro paese, il CIAI auspica che venga parallelamente avviata una seria riflessione su questi temi e, soprattutto, che si tenga ben presente che qualunque provvedimento che vede coinvolti i bambini deve mirare al loro interesse, non a quello degli adulti”.

Info: www.ciai.it

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