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Adozioni, falso stop o falsa ripartenza?

Dopo l’autosospensione, la Commissione riparte. Nominato il sesto componente. Rassicurate le coppie, e all’orizzonte... Il punto su Vita magazine in edicola. Un'anticipazione

di Benedetta Verrini

Anticipazione da Vita magazine in edicola

Dopo lo shock dell?autosospensione, la Commissione adozioni internazionali ha ripreso la propria attività in una riunione-fiume che, lunedì 12 novembre, ha permesso di rifare il punto della situazione e di sbrigare le pratiche rimaste in sospeso. Le coppie in procinto d?adottare, probabilmente, hanno tirato un sospiro di sollievo.
A trattenere ancora il fiato, invece, sono i 56 enti autorizzati: dopo i disagi di gestione provocati dalla notizia del blocco delle adozioni, le questioni rimaste sul campo sono molte, forse troppe. Prima tra tutte, la ricomposizione della Commissione: uno dei cinque componenti mancanti è già stato nominato. Si tratta di Paola Chiari, dirigente generale al ministero del Welfare, che ha sostituito il dimissionario Paolo Onelli. “Ora attendiamo dalla Presidenza del consiglio la nomina degli altri quattro membri, che saranno indicati, rispettivamente, dai ministeri della Giustizia, degli Esteri, del Lavoro e dall?Unione delle province italiane” spiega la presidente Cavallo. “Ma siamo nuovamente operativi e stiamo portando avanti i nostri programmi”. Come la conclusione di nuovi accordi bilaterali con i Paesi stranieri: “Con il nuovo anno ripartiranno le adozioni in Bielorussia” annuncia la Cavallo. “E nel mese di dicembre partiremo per la Bolivia, per definire i nostri rapporti con le autorità locali competenti”.
Sul fronte interno, altre novità: venerdì 16 novembre, a Catania, la stessa presidente presenta le linee guida per gli enti autorizzati. Il protocollo, elaborato dallo staff della Commissione, richiama gli enti ad assolvere la propria funzione pubblica con diligenza e trasparenza, prospetta il superamento dell?ambito regionale di operatività e richiede il contenimento dei costi entro il limite massimo di 10 milioni di lire (esclusi il viaggio e il soggiorno). “Le linee guida ci stanno bene” commenta Marisa Tomasella, responsabile dell?associazione veneta I bambini dell?Arcobaleno, che nei giorni dell?autosospensione aveva una coppia in India. “Non so se chiederemo l?estensione a tutta l?Italia perché richiede una complessità di strutture che al momento non ci sentiamo di realizzare, ma siamo per favorire la libertà di scelta delle coppie e la piena collaborazione tra gli enti”.
“Anche noi siamo favorevoli a queste linee guida, a condizione che gli enti non vengano lasciati soli” dice Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. In questi giorni, Griffini è a Roma per incontrare alcuni parlamentari (Marida Bolognesi, Livia Turco, Maria Burani Procaccini) e lo stesso ministro del Welfare, Roberto Maroni, per richiamare l?attenzione su alcuni punti critici. “Non è che reintegrando i componenti della Commissione si risolvono improvvisamente tutti i problemi” continua. “C?è un malessere forte nel settore: sull?adozione internazionale il governo non ha mai fatto politica estera. La presidente Cavallo non viaggia accompagnata da un serio sostegno del ministero degli Esteri e non si può continuare a vedere l?adozione internazionale scollegata dalla cooperazione”. Il presidente di Ai.Bi. ha anche chiesto la creazione di una commissione d?indagine sui decreti d?idoneità razzisti che, secondo l?associazione, continuano a essere emessi da diversi tribunali in Italia. Questioni affrontabili attraverso una Conferenza straordinaria sull?adozione internazionale e la previsione di 60 miliardi di lire in Finanziaria per sostenere progetti di cooperazione nei Paesi bisognosi. E anche l?attuazione della recente legge 149, che ha riformato le adozioni, richiede attenzione da parte del governo: “Dobbiamo porci il problema della chiusura degli istituti nel 2006 e del destino dei bambini che ci vivono” avverte Griffini. “E poi bisogna realizzare la banca dati con i dossier degli adottati, che doveva essere istituita presso il ministero della Giustizia entro due mesi dall?entrata in vigore della legge, e che non esiste ancora”.

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