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Adozioni/Cea: “La riforma in discussione non fa l’interesse dei minori”

Il Coordinamento Enti Autorizzati esprime gravi riserve sul ddl in discussione in Parlamento. Il comunicato

di Benedetta Verrini

Grido d’allarme del Cea-Coordinamento Enti Autorizzati (uno dei due grandi raggruppamenti di enti che si occupano di adozioni, di cui fanno parte il Cifa, l’associazione Cuore, Nova, La Primogenita e altri), che denuncia come il nuovo disegno di legge 3390, che dovrà essere discusso a breve dalla Commissione Infanzia e Minori del Senato e dalla Commissione Permanente di Giustizia, si ponga “ancora una volta a favore dei diritti della coppia, la cui soddisfazione finale è sempre anteposta ai diritti del minore”.
Così spiega il Coordinamento in un comunicato stampa, spiegando che le nuove direttive “propongono soluzioni di tipo pratico e procedurale che nessuna attinenza hanno rispetto alla vera realtà dell’adozione internazionale. Un esempio tra tutti l’eliminazione dell’accertamento di idoneità degli aspiranti genitori adottivi da parte dei servizi sociali. L’obiettivo finale dovrebbe così essere quello di aumentare il numero di adozioni internazionali che ad oggi, è risaputo, è in forte calo”.

Dato questo esatto, afferma il Cea, “ma che non va letto come incapacità dell’Ente di ?far arrivare? bambini, o come mancanza di decreti di idoneità, ma che va considerato in virtù del fatto che i paesi stranieri si stanno strutturando sempre più per le adozioni nazionali interne e che dichiarano adottabili un sempre minore numero di bambini”.
Si aggiunga poi il fatto, sottolineano gli enti, “che vi è una sempre maggiore richiesta di garanzie su età, condizioni sanitarie e tempi di attesa da parte delle coppie di futuri genitori. E sono proprio i desiderata di questi ultimi che se non soddisfatti pienamente generano innanzitutto rifiuti (di conseguenza la mancata adozione) e continue lamentele e denunce alle autorità competenti”.

Riguardo poi al rinnovo del riconoscimento degli Enti ogni 3 anni da parte della CAI, prosegue il comunicato, “porterebbe ad una totale paralisi all’estero dell’Ente stesso allo scadere del periodo in questione, in quanto il medesimo ente non potrebbe riavviare alcuna pratica di riaccredito presso le autorità straniere che non prenderebbero in considerazione alcun rinnovo considerandolo in una situazione di precariato”.

Infine il nuovo decreto traccia le linee per le proposte di affido internazionale, appare “come un escamotage per ?bypassare? l’idoneità, raggiungendo infine lo stesso obiettivo ma in modo assolutamente non tutelante per il minore”.

“La maggior parte delle proposte di modifica sono palesemente inapplicabili con la realtà dell’adozione internazionale”, conclude il comunicato del Cea, “e ancora una volta denotano quanto il legislatore non sempre abbia una reale conoscenza della materia in oggetto. Riteniamo che le adozioni potrebbero essere incrementate da una adeguata politica della CAI volta ad ottenere accordi bilaterali, realmente applicabili, con i paesi di provenienza dei minori”.

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