Mondo
Adozioni/caso Romania: appello AiBi a Romano Prodi
Il blocco delle adozioni, l'ultimatum della Nicholson e le dichiarazioni del premier Nastase. Griffini: "Prodi, come presidente della Commissione Ue e come padre, fai qualcosa"
“Ci appelliamo a Romani Prodi, nella sua veste di presidente della Commissione Europea e di padre perché ponga fine a questo scandalo che impedisce alla Romania di avere una legge sull’adozione internazionale e a 84mila bambini in il diritto di vivere in una famiglia. E’ il momento di chiarire le responsabilità una volta per tutte”. Così Marco Griffini, presidente di AiBi, ritorna con un appello al presidente dell’Unione Europea per risolvere quello che è ormai diventato un “incidente diplomatico”.
La delegata dell’Ue per la Romania, Emma Nicholson, ha infatti minacciato la sospensione della procedura d’ingresso nell’Unione a seguito di alcune adozioni effettuate, a suo dire, in violazione della moratoria.
Nell’occhio del ciclone, oltre ai 105 bambini giunti in Italia dopo l’interessamento del ministro Prestigiacomo, ci sono altre adozioni concluse da Spagna, Francia, Stati Uniti e Israele. Una querelle che più schizofrenica non s’è mai vista: da un lato, infatti, il Parlamento europeo e la Commissione hanno chiesto alla Romania di osservare la moratoria negando le adozioni internazionali, dall’altro, però, gli Stati membri Ue esercitano singolarmente pressioni sulla Romania per ottenere adozioni. “Il bambino non è una merce, ma si sta chiedendo alla Romania di trattarlo come una merce” ha commentato con amarezza a Le Monde un delegato della Commissione Ue, Richard Trigano.
Il governo di Bucarest, da parte sua, ha iniziato a perdere la pazienza. Il premier Adrian Nastase ha dichiarato pochi giorni fa: ?Da due anni e mezzo l’Europa, gli Stati Uniti e varie organizzazioni non governative non riescono a mettersi d’accordo sulla versione definitiva di questa legge. La Romania ha dovuto aspettare tutto questo tempo senza poter fare niente per gli oltre 13 mila bambini ai quali erano state già trovate famiglie straniere, che sono ansiose di adottarli. Se gli organismi europei non si metteranno d’accordo sulla futura legge romena per la protezione del bambino, entro il 16 febbraio le autorita’ di Bucarest manderanno in Parlamento una propria versione della legge?.
Di qui l’appello del presidente AiBi: “Se i ritardi derivano dal Parlamento romeno, che si aiuti la Romania con un gruppo di esperti, senza però strumentalizzare la situazione sulla pelle di tanti bambini abbandonati, ai quali interessa solo una famiglia; l’ingresso della Romania in Ue è un problema di noi adulti” avverte Griffini. “Se invece la situazione di stallo dipende dall’Unione Europea, ci domandiamo a cosa è servita l’assistenza alla Romania e che cosa abbia fatto la baronessa Emma Nicholson negli ultimi tre anni. Non è concepibile che dal 2001 a oggi non si sia riusciti ad arrivare una legge, forse servono davvero degli esperti di adozione internazionale”.
“Perché hanno fatto trascorrere tre anni di blocco, lasciando tanti bambini in istituto, senza giungere a una legge sulle adozioni? Possibile che l’Unione Europea, che conclude centinaia di accordi commerciali ogni giorno, non sia stata in grado di mettere in cima alla sua agenda gli interessi dei bambini?” conclude Griffini, ricordando che le dichiarazioni di Nastase testimoniano che la situazione dell’infanzia in Romania è ancora estremamente grave: 86mila bambini sono ancora in istituto.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.