Famiglia

Adozioni, care Onlus siate più responsabili

Quale ruolo dovrebbero avere le associazioni che accompagnano i genitori nelle adozioni?

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, una di queste sere, mentre aiutavo Tatiana a completare il compito di storia che le chiedeva di tracciare alcuni momenti della sua vita, attaccando sul quaderno le foto del nostro comune vissuto, riemergeva spontaneo il mio percorso di genitore adottivo. Un percorso probabilmente come tanti altri, né più bello né più brutto. Un percorso comunque a lieto fine, ma che in me ha lasciato molti vuoti etici ed qualche interrogativo di troppo su cosa siano e quale ruolo abbiano o dovrebbero avere le associazioni che accompagnano i genitori nelle adozioni. Non voglio fare d?ogni erba un fascio ma forse il primo forte momento per una coppia è la scelta dell?associazione a cui affidare il mandato. L?impressione è quella di un mercato dove le notizie più o meno illusorie, mezze verità, promesse verbali, un quadro sempre positivo, fanno da comune denominatore. Poi come sempre la scelta è più epidermica che razionale e tutte le tue attese vengono consegnate ad una associazione. Da quel momento sei un associato ma cosa voglia dire, a distanza di tempo, ancora non lo so. Anzi preferivo essere un cliente, tutelato, rispettato magari anche coccolato. Invece da quando sei un associato non hai chi ti tutela, non trovi chi ascolta i tuoi bisogni, non puoi rompere il contratto e magari scopri che ti hanno detto che l?associazione operava in Bolivia, Madagascar, Georgia e Russia, ma i primi tre paesi erano operativi solo a parole e la Russia procedeva con molte difficoltà. Da quando sei associato la voce che ti aveva ?conquistato? diventa poi distaccata, magari cinica. Sei un numero, una vendita ?one shot?. E poi scopri che si erano dimenticati di dirti che in Russia i bimbi sono sotto rischio giuridico, e così tu torni dal primo viaggio (per le adozioni in Russia sono necessari 2 o 3 viaggi a seconda dei distretti) e mostri felice le foto delle bimbe, ma nessuno ti ha avvisato che è solo un incontro e che non puoi ancora e magari non potrai mai più chiamarle ?le mie bambine?. Perché nascondere un fatto così potenzialmente impattante? Scopri, quando sei già in Russia, che i referenti dell?associazione operano come privati, perché nessuna associazione è più accreditata, e consegni loro qualche migliaia di euro tassativamente in contanti, presumo per non lasciare traccia; e scopri che a Syktyvkar, repubblica di Komi, ti obbligano a dormire nell?albergo più costoso. Ma allora cosa è una onlus? E quale è la sua mission? Produrre abbinamenti e adozioni o accompagnare responsabilmente l?associato lungo il percorso di adozione? E gli associati? Clienti di breve periodo, una vendita e poi via. Ho trovato più responsabilità sociale e attenzione agli stakeholders in molte aziende che non nel mio percorso di adozione. Cara associazione Nadia (è il nome dell?associazione con cui ho adottato), questa è la mia storia, una storia istruttiva spero anche per voi. Mauro Zanandrea Caro Zanandrea, credo che la sua lettera, critica ma istruttiva, sia un utile contributo al dibattito sull?adozione internazionale. Un dibattito che deve riguardare associazioni, genitori e strutture governative.


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