Famiglia

Adozioni: ancora sulla carta la banca dati minori

Carla Forcolin, presidente dell'associazione "La gabbianella e altri animali" ha scritto una lettera-articolo denuncia le lacune che ledono i diritti dei minori.

di Redazione

“La nuova legge che in Italia regolamenta l?adozione ha più di due anni ormai, ma contiene parti che non sono mai divenute esecutive, due in particolare: il Capo II sulla dichiarazione di adottabilità e la formazione della banca dati dei bambini adottabili e delle coppie e singole persone (ex art. 44, ora art. 25) disponibili all?adozione”. Carla Forcolin, presidente dell?associazione La gabbianella e altri animali e autrice del libro I figli che aspettano (ed.Feltrinelli), ha messo in luce in una lettera-articolo per Vita le gravi lacune legislative che impediscono la piena difesa dei diritti dei minori. Partiamo dalla dichiarazione di adottabilità: perché un bambino sia adottato deve prima essere dichiarato adottabile dal Tribunale dei minorenni. Ma molto di frequente la famiglia di origine si oppone all?adozione e non accetta il parere dei servizi che dichiarano lo stato di abbandono morale e materiale del bambino, così il procedimento di adottabilità diventa un vero e proprio processo che può durare (e dura) anni prima che si arrivi a una sentenza. Nel frattempo il minore in questione vive di solito in qualche struttura tutelare (casa-famiglia, comunità alloggio, istituto o, se è fortunato, in una famiglia affidataria). Per sveltire i tempi dell?iter legislativo la legge 149/2001 dice che il procedimento di adottabilità deve svolgersi fin dall?inizio con l?assistenza legale del minore e dei suoi genitori. Con l?apertura del procedimento volto a rendere il bambino adottabile, la sua famiglia d?origine è invitata a nominare un difensore ed è informata circa la possibilità della nomina di un difensore di ufficio per il caso in cui essa non vi provveda. E qui casca l?asino, perché la nomina di questo difensore d?ufficio si scontra con la riforma delle norme del Codice civile che riguardano appunto la difesa d?ufficio (art. 336-337) e che sono allo studio da due anni. Due anni non sono bastati al nostro ministero della Giustizia, troppo occupato in altre questioni che riguardavano direttamente altri processi illustri: a chi importa sveltire le norme processuali per dare una famiglia a un bambino che ne è privo? Così la riforma è stata prorogata al 30 giugno 2004, in attesa che si faccia una nuova legge sulla difesa d?ufficio (Gazzetta Ufficiale n. 145 del 24 giugno 2003). Quindi tutto è bloccato per un anno ancora, il terzo. Poi, c?è la questione della banca dati: anche qui dolenti note. La banca dati dei minori adottabili e degli adulti disponibili è uno strumento prezioso: in Italia non si sa nemmeno con certezza quanti siano e chi siano i nostri bambini adottabili e non adottati. Per la sua creazione sono state fatte anche petizioni popolari, tra cui quella dell?associazione che presiedo, che aveva tra i firmatari anche il sindaco di Venezia, p. Zanotelli, Massimo Cacciari, parlamentari, ecc . Ma la banca dati non può essere costruita, allo stato attuale, perché da sette mesi è ferma presso l?ufficio del Garante della privacy, che deve dare un parere sul regolamento attuativo della stessa. So per certo che il Garante ha espresso il parere richiestogli, ma per qualche banalità il regolamento non è ancora ritornato al ministero di Giustizia. La cosa più sconcertante, quando si scoprono queste lungaggini e questi intoppi, è che chi li crea non si rende conto di quello che significano o, peggio, se ne disinteressa. è come se mancasse sempre un vero responsabile dei ritardi che, in questi casi, significano anni di istituto in più per i bambini e forse l?impossibilità di dare loro un?adozione in seguito. Anni di istituzionalizzazione sono un danno irreparabile per la crescita di una persona. Infatti, se logorati per troppo tempo da deprivazioni affettive, divenuti adolescenti, i nostri minori istituzionalizzati possono non essere più in grado di rapportarsi ad affetti profondi, possono aver sviluppato difficoltà relazionali insanabili. I genitori adottivi devono essere giudicati molte volte e fare molti corsi di formazione perché si vuole essere sicuri che sappiano quali responsabilità si accollano con l?adozione, ma i ministri si rendono conto di che cosa significa governare? Carla Forcolin


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